domenica 14 settembre 2008

165 di 2013 ; Africa

Stefano Armellin con il pezzo 165 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Africa "Portare la realtà dei poveri dentro la storia e non ai margini: questa fu la grande intuizione del Caravaggio per evitare il ghetto della pittura di genere". Vittorio Sgarbi.
"Apocalisse...Vieni, ti mostrerò il giudizio della grande prostituta che é seduta presso molte acque, con la quale hanno fornicato i re della terra, e gli abitanti della terra si sono inebriati con il vino della sua prostituzione.

E mi trasferì in spirito nel deserto. E vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta piena di nomi di bestemmia, avente sette teste e dieci corna. E la donna era rivestita di porpora e di scarlatto e ornata d'oro, pietre preziose e perle, aveva nella sua mano un calice d'oro pieno delle ripugnanti impurità della sua prostituzione, sulla sua fronte era scritto un nome, un mistero: Babilonia la grande,

la madre delle prostitute e delle abominazioni della terra. E vidi la donna ubbriaca del sangue dei santi e del sangue dei testimoni di Gesù. Vedendola rimasi grandemente stupito (Apocalisse 17, 1-6).

La bestia sopra la quale é seduta -la grande prostituta- é la bestia salita dalle acque. Infatti sta -presso molte acque - (Apocalisse 17,1; 12, 18; 13, 1), ha sette teste e dieci corna (Apocalisse 17, 3; 13, 1), é coperta di bestemmie (Apocalisse 17, 3; 13, 1).

La grande prostituta che adesso la cavalca é la seconda bestia, lo pseudoprofeta: le mobili immagini dell'Apocalisse ripresentano in modo diverso, e con nuove implicazioni, l'unione nel pessimo fra tutti gli ibridi (Lv 19, 19) delle due bestie che sono entrambe l'unica Babilonia (Babilonia é la bestia : Apocalisse 17, 9; 18, 10; e Babilonia é la prostituta: Apocalisse 17, 5; 17, 18)". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp.810

"E' infatti la filantropia, o amore universale e della umanità, non fu proprio mai né dell'uomo né dé grandi uomini, e non si nominò se non dopo che parte a causa del Cristianesimo, parte del naturale andamento dei tempi, sparito affatto l'amor di Patria, e sottentrato il sogno dell'amore universale, (ch'é la teoria del non far bene a nessuno) l'uomo non amò veruno fuorché se stesso, ed odiò meno le

naz. straniere, per odiar molto più i vicini e compagni, in confronto dei quali lo straniero gli dovea naturalmente essere (com'é oggi) meno odioso, perché si oppone meno a' suoi interessi, e perch'egli non ha interesse di soverchiare, invidiare ecc. i lontani, quanto i vicini.

L'uomo non si potrà mai (come nessun vivente) spogliare dell'amor di sé stesso né questo dell'odio verso (890) altrui...di più, spente le illusioni, l'individuo ha trovato e veduto il ben comune come diviso e differente dal ben proprio.

Dovendo scegliere non ha esitato a lasciar quello per questo. E non poteva altrimenti, essendo uomo, e vivendo. Sparite effettivamente le nazioni e l'amor nazionale, s'é spento anche l'odio nazionale e l'essere straniero non é più colpa agli occhi dell'uomo.

La fola dell'amore universale, del bene universale, col qual bene ed interesse, non può mai congiungersi il bene e l'interesse dell'individuo, che travagliando per tutti non travaglierebbe per sé, né per superar nessuno, come la natura vuol ch'ei travagli ; ha prodotto l'egoismo universale.

Non si odia più lo straniero ? ma si odia il compagno, il concittadino, l'amico, il padre, il figlio; ma l'amore é sparito affatto dal Mondo, sparita la fede, la giustizia, l'amicizia, l'eroismo, ogni virtù, fuorché l'amor di sé stesso". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri