sabato 8 novembre 2008

220 di 2013 ; Verso gli Stati Uniti del Mondo e l'antigiudaismo dei cristiani

Stefano Armellin con il pezzo 220 di 2013 della composizione record
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993-2013




Titolo : Verso gli Stati Uniti del Mondo e l'antigiudaismo dei cristiani "il Mondo degli anni '90 sarà forse dominato (c'è da sperarlo) dalla svolta storica di un'economia effettivamente globale, integrata, e dall'infittirsi dei -nervi- informatici. 

L'economia mondiale, alla fine del XX secolo è un sistema integrato che opera 24 ore su 24 sette giorni alla settimana caratterizzato dall'ubiquità e dall'istantaneità delle informazioni, della trasmissione del pensiero e delle decisioni. 

Il che avrà cruciali (e per ora imprevedibili) implicazioni su come in futuro, verrà condotta la politica internazionale...l'Europa potrebbe essere di nuovo il centro focale della grande politica mondiale degli anni '90 e oltre. 

Senza drammatici -gap- tecnologici pur con qualche svantaggio qua e là rispetto al Giappone. Ma con un vantaggio decisivo. 

Quello di essere di nuovo assieme agli USA, quello che nessun altro è oggi, non certo l'URSS o la CINA, ma neppure il Giappone : una società che produce scienza, cultura, valori e modelli che interessano il Mondo intero". Fraukel 1990 

L'Europa, la società che ha permesso il nascere di The Opera Collection dal 1983, l'evento artistico decisivo del XXI secolo. SA

L’antigiudaismo dei cristiani di Padre Felice Artuso

I primi giudeocristiani sanno che il Nuovo Testamento, nato dalla loro tradizione orale e destinato a tutta la Chiesa, si connette con l’Antico Testamento e ne svela il contenuto, che consiste nel guidare gli ebrei ad uscire dal loro particolarismo e nell’introdurli all’universalismo delle genti. 


In rapida crescita numerica sono culturalmente inferiori ai loro fratelli ebrei, ma si distinguono da loro per lo straordinario impegno apostolico. 

Annunciano che Gesù crocifisso è il Signore che regna sul creato e mediante il suo Spirito è presente a tutti. 

Accolgono nella loro comunità le persone di ogni lingua e nazione. Combattono ogni idolatria e violenza, fiduciosi nella loro vittoria. 

Riconoscono le autorità civili e pregano per loro (Tt 3,1-2). 

Si considerano il vero Israele, che osserva la Legge mosaica nel modo indicato da Gesù (Gal 2,12). 

Praticano ovunque il culto spirituale, ma polemizzano con i giudei, inclini al loro formalismo (Lc 18,9-14) e li definiscono perfino un'aggregazione satanica (Ap 2,9.13; 3,9). 

Ignorano che i loro consanguinei, pur non credendo in Gesù, sono ancora il Popolo eletto, che legge, medita, venera i libri rivelati, si impegna a rimanere fedele all’Antica alleanza e svolge nel Mondo un ruolo profetico e salutare. 


Alcuni cristiani di origine gentile aggravano i rapporti con i giudei, perché emettono su di loro giudizi fantasiosi e inesatti. 

Marcione (85-160), ricco commerciante e figlio di un Vescovo di Sinope, regione del Ponto Eusino, si prefigge di dare più risalto all’annuncio di Gesù. 

Avvia pertanto una propaganda antigiudaica con la pubblicazione delle Antitesi, una raccolta di testi biblici ebraici e cristiani, nella quale contrappone il Dio collerico e spietato dell’Antico Testamento al Dio buono e misericordioso del Nuovo Testamento. 

Abolisce pertanto tutti i libri sacri e conserva solo una parte del Vangelo di Luca, nonché una decina di lettere dell’apostolo Paolo di cui si ritiene figlio. Non capisce che i due Testamenti si correlano, si illuminano e si completano. 

Pretende inoltre che la Chiesa perseguiti e sopprimi la religione ebraica. 

Si illude pensando che solo la Fede cristiana ha il diritto di libertà e di affermazione. 

Scomunicato dal padre, verso il 140 si trasferisce a Roma. I teologi e i presbiteri, convocati dal Papa Aniceto, esaminano le controverse opinioni di Marcione e lo dichiarano eretico. 

Espulso dalla Chiesa, non si arrende. Fonda bensì una setta, che si stabilisce in diverse città dell’impero romano e vi svolge una marcata suggestione. 

Influenzati dall’antisemitismo di Marcione, alcuni ecclesiastici tacciano i giudei d'incredulità, d’empietà, di deicidio e d’intralcio alla Chiesa, divenuta maggioritaria nella lingua greca e latina. 

Insegnano che l'Alleanza del Sinai ha completamente esaurito la sua funzione. Asseriscono che i cristiani sono gli eredi delle promesse divine di cui il popolo d’Israele ha atteso la realizzazione. 

Mutano il senso universale dell’espressione dell'apostolo Paolo: «Dio ha rinchiusi tutti (gli uomini) nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia» (Rm 11,32). Attestano che Dio ha resi disobbedienti solo i giudei, per recare misericordia ai cristiani di ogni provenienza etnica. 

Promuovono una rozza antipatia alla cultura ebraica, che, non trovando una severa opposizione, si protrae fino ai nostri giorni.

Padre Felice Artuso