venerdì 27 agosto 2010

880 di 2013 ; Gino De Dominicis

Stefano Armellin con il pezzo 880 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Gino De Dominicis. " Estetica-Etica. Le opere d'arte visiva non partecipando della dimensione temporale sono tutte contemporanee.

L'immortalità fisica è l'istanza delle arti maggiori e ha il proprio paradigma nel Capolavoro.

Il rispetto assoluto per l'opera riconosciuta e considerata come creatura vivente e autoreferente.

L'opera d'arte visiva è un oggetto vivente che per esistere e relazionarsi al Mondo non avrebbe bisogno di essere visto.

L'opera d'arte, oggetto vivente perfetto, può influire sul processo biologico.

Dotata di energia propria (un'opera, una volta terminata, mi deve sorprendere e rimandarmi più energie di quante ne ho impiegato per realizzarla) e di autonoma volontà. Come tale l'opera d'arte non è trattabile come -cosa-.

Per esistere l'opera non ha bisogno di essere vista e tanto meno descritta.

E' il pubblico che si espone all'opera, non viceversa.

L'inammissibilità di qualunque riproduzione meccanica dell'opera d'arte e della sua rappresentazione fotografica (il Poema visivo del XXI secolo di Stefano Armellin è un'eccezione NdA)

L'opera d'arte non può essere tradotta da altri linguaggi come la fotografia, la scrittura ecc. va invece vista dal vero. (il Poema visivo del XXI secolo di Stefano Armellin è un'eccezione NdA)

Alla fotografia non concedo nessun valore di documento e di veicolo pubblicista delle mie opere. (il Poema visivo del XXI secolo di Stefano Armellin è un'eccezione NdA)

Credo nell'immobilità che porta l'artista a produrre solo nel suo studio, perchè a contare non è l'agitarsi strategico, fatto di viaggi e di contatti, tra i musei e le gallerie, ma la qualità sublime della ricerca". Gino de Dominicis

I fenomeni mistici e le stimmate 1 di Padre Felice Artuso
Presa coscienza della vocazione profetica, Geremia funge da portavoce dei messaggi di Dio al popolo d’Israele e alle genti (Ger 1,4-10). 

Rende credibili i suoi annunci, usando questa formula: la Parola di Dio fu rivolta a me. Merito quindi un attento ascolto, nonostante le imperfezioni del mio linguaggio, (Ger 7,1; 11,1). 

Durante l’esilio babilonese Ezechiele ha delle impressionanti visioni sugli interventi di Dio. Li racconta ai deportati in Babilonia, perché rinnovino la loro fiducia nell’Autore e difensore della vita (Ez 1,1,ss).
 
Servendosi dell’angelo Gabriele, Dio annuncia a Maria Vergine che concepirà e partorirà il Messia promesso (Lc 1,21ss). Dato il suo consenso, Maria diviene una dei più grandi tribolati della storia umana. La sua anima è trafitta dalla spada del dolore (Lc 2,35). 

Gesù conosce Dio Padre e vive in comunione con Lui. Patisce, perché adempie il suo progetto d’amore (Gv 9,35). Dichiara che gli rassomigliano quelli che gli prestano ascolto e condividono le sue scelte (Mc 3,45). 

Risorto e andato presso il Padre, travolge Saulo sulla via di Damasco. Lo avvolge di una luce accecante. Gli affida quindi la missione di essere un suo apostolo (At 22,6-7). 

Saulo aderisce prontamente alla chiamata del Signore. Assunto il nome di Paolo, attesta di aver avuto altre inspiegabili visioni e rivelazioni mistiche, che lo immettono nella trascendente bellezza di Dio e nella partecipazione alla passione liberatrice di Gesù (2 Cor 12,1-4). 

Scrive che porta nel suo corpo le dolose e logoranti stimmate di Cristo (Gal 6,17). 

Si riferisce indubbiamente alle fatiche, alle diatribe, alle persecuzioni, alle detenzioni, alle lividure da percosse, ai pericoli di morte e alle umiliazioni, percepite nel ministero apostolico . Senza dare una grande importanza alle sue esperienze celesti, riconosce che nelle comunità cristiane sussiste la preghiera estatica, la parlata in diverse lingue e l’esercizio di altri carismi (1 Cor 12,4ss). 

Santo Stefano protomartire, mentre testimonia la sua Fede pasquale nel Sinedrio, ha un rapimento estatico e dichiara di vedere Gesù, ritto alla destra Dio (At 7,55-56). L’autore dell’Apocalisse attesta che nel giorno domenicale esce dall’esperienza ordinaria ed entra nell’estasi, in cui vede Gesù, Agnello divino e immolato, che gli mette una mano sulla spalla, lo esorta a unirsi alla sua passione e gli ordina di scrivere le sensazioni provate (Ap 1,9-10; 4,1). Segue

Padre Felice Artuso