mercoledì 30 luglio 2008

118 di 2013 ; Ponzio Pilato

Stefano Armellin con il pezzo 118 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo : Ponzio Pilato, il personaggio, di Padre Felice Artuso

Secondo gli storici ebrei, Filone d'Alessandria e Giuseppe Flavio, Pilato è un prefetto energico e impulsivo, despota e crudele, determinato e imprevedibile. 


Coltiva una leale deferenza verso le autorità: l'imperatore Tiberio, i senatori e gli ufficiali dell'esercito.


Protetto dal potente Seiano, capo delle guardie imperiali e intollerante dei giudei, si atteggia a padrone assoluto.

Scarso di valori etici, adotta con i suoi sudditi un controllo più rigoroso dei prefetti precedenti.

Non si sforza di capire a sufficienza la cultura locale. Non rispetta i costumi delle gente. Disprezza le leggi giudaiche e samaritane..

Interferisce sulla loro tradizione e sentimento religioso, pur sapendo che la politica vigente gli impone di mantenersi neutrale. 

Per garantire la ragion di stato, l’ammodernamento della nazione e i profitti personali, requisisce denaro destinato al culto del tempio di Gerusalemme, prende iniziative provocatorie, ricorre a crudeli coercizioni, condanna a morte i perturbatori politici, suscita disagi economici, imparte disposizioni che si rivelano una lunga scia di errori diplomatici.

Manca davvero di abilità amministrativa, di prudenza politica e di finezza psicologica.

Nel 36 invia un forte contingente di legionari romani a reprimere i samaritani armati, rifugiati dentro il demolito tempio del monte Garizìm, dove secondo un’inesatta tradizione sarebbero stati sepolti i patriarchi e il vasellame di Mosè. Indispettiti dell’orrenda carneficina. i capi di Samaria ricorrono a Lucio Vitellio, legato romano della Siria, e questi ordina a Pilato, suo dipendente, di rientrare in Italia, per informare l'imperatore Tiberio sulle sue scelte amministrative.


Ponzio lascia quindi Cesarea Marittima, s’imbarca per Roma e approda ad Ostia. Arrivato nella capitale, non incontra il severo imperatore, ritiratosi nella piccola isola di Capri e deceduto da qualche mese. Mancando una documentazione storica, Pilato scompare dalla scena politica e non si sa con esattezza dove trascorse l’ultima fase della sua vita.

Gli evangelisti confermano sostanzialmente la testimonianza di Filone e di Giuseppe Flavio. Tuttavia mitigano i loro scritti, consapevoli che nessun popolo ha avuto governatori giusti, onesti, rispettosi ed esemplari.


Nei loro racconti presentano Pilato, quinto prefetto romano della Giudea, come un magistrato ossequiente verso l’imperatore e i suoi superiori (Gv 19,12), sprezzante, ironico, scaltro e violento verso i giudei. Infatti, temendo che siano dei sovversivi politici, ordina di uccidere dei pellegrini galilei, mentre nel tempio di Gerusalemme offrono a Dio i loro sacrifici (Lc 13,1-2).

Padre Felice Artuso 

 "...l'arma più insidiosa del Diavolo non è la violenza o il terrore ma la dolcezza e la lusinga. Senza la vittoria sul demonio non c'è merito vero, non c'è pace finale. Il Diavolo è odio ma perfino il suo odio - ed è uno dei più drammatici paradossi del Cristianesimo- è necessario al trionfo dell'Amore. Noi siamo invitati a guerreggiare contro Satana..." Papini