giovedì 21 luglio 2011

1209 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1209 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

" STORIA DI GIUSEPPE. 

Come Gesù, Giuseppe é prediletto dal padre e odiato dai fratelli (Genesi 37, 3-4) per le sue grandi speranze (Genesi 37,8); lo considerano -l'uomo dei sogni- (Genesi 37,19).

Come Gesù, fanciullo trova scampo dalla morte in Egitto (Genesi 37,36). Come Gesù, per volontà del padre -parte alla ricerca dei suoi fratelli- (Genesi 37,17), ed -essi complottano di farlo morire- (Genesi 37,18).

Come Gesù tra i dodici, così Giuseppe si vede in sogno in mezzo a covoni e a stelle che s'inchinano davanti a lui (Genesi 37, 5-9; 43,28). 

Come Gesù, inizia a trent'anni la sua vita pubblica, presentandosi dinanzi a Faraone (Genesi 41,46).

Come Gesù dinanzi al prediletto Lazzaro, così Giuseppe dinanzi al prediletto Beniamino : -il suo cuore si era commosso per suo fratello, e gli venivano le lacrime agli occhi- (Genesi 43,30).

Come Gesù, Giuseppe é sottoposto alla tentazione (Genesi 39) e giunge alla gloria attraverso la persecuzione (Genesi 39,20). 

I sogni dei servi di Faraone, che Giuseppe interpreta, sono sogni di pane e di vino attraverso i quali si va alla salvezza o alla dannazione (Genesi 40) ". 

Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, 1995, Adelphi, pp.58-59

Sant’Antonio abate (250-356) c
di Padre Felice Artuso
Antonio accoglie quelli che lo cercano, bramosi di porre le basi per un rassicurante futuro. 

Intrattenendosi con loro, li istruisce e li sollecita a perseverare nella Fede cristiana, scrive anche delle lettere a chi che gli chiede dei consigli. 

Nelle sue risposte dimostra di avere acquisito la sapienza evangelica e di attenersi all’insegnamento della tradizione apostolica.

Alcuni ammiratori condividono il suo impegno contro le insistenti empietà. 

Si stabiliscono in una grotta o in una stanza, vicina a quella di Antonio. Decidono di attenersi alla sua direzione spirituale, per favorire l’espansione e la crescita della civiltà cristiana. Apprendono da lui il metodo di pregare più con il cuore che con le labbra, più con la mente che con le parole. 

Permanendo alla sua scuola, diventano eremiti austeri, pazienti, penitenti, dediti alla ricerca di Dio, premurosi verso i sofferenti e ardenti difensori dell’ortodossia cristiana. 

Edificano dei piccoli eremi, dove salmeggiano, adorano, lavorano, offrono protezione e anticipano la bellezza paradisiaca.
 
Antonio diviene così il pioniere di una piena consacrazione a Dio e l’iniziatore di un nuovo e stimato stile di via. 

Tramite il suo biografo, S. Atanasio di Alessandria, continua a parlare ai cristiani, che cercano di stabilire un permanente contatto con Dio. 

Attesta a tutti che la vocazione cristiana è chiamata a seguire Gesù, che conduce a Dio. 

Finisce il suo lungo esodo pasquale nell’eremo di Qolzoum e qui lascia la tunica di pelo, che indossava, per imitare San Giovanni Battista, il precursore della vita eremitica. 

Gli artisti s’ispirano alla biografia di Antonio, scritta dal patriarca Atanasio. Raffigurano il Santo attorniato da alcuni animali domestici e da molesti demoni. 

Salvator Dalì esegue uno dei più bei dipinti di Antonio. Lo ritrae nel deserto, mentre alza un crocifisso, per allontanare un branco di pericolosi animali, simbolo dei demoni .

Padre Felice Artuso