domenica 27 maggio 2007

Elezioni 2014, idee per Pompei nel Mondo

Maria Padulosi Candidato a Sindaco di Pompei 2014


10. Maria Padulosi, la speranza per Pompei

Cari lettori, oggi ho ricevuto la gradita visita in studi della Candidata a Sindaco di Pompei, Signora Avvocato Maria Padulosi, abbiamo la stessa età ma Lei dimostra quasi vent'anni di meno finalmente ho potuto dirle dal vivo tutto quel che penso di alcuni suoi alleati. Chiaramente i 5 ex consiglieri di un sindaco sfiduciato non hanno la mia fiducia e invito chi legge ad ignorarli. 

E' vergognoso da parte loro non riconoscere che essendo stati con un sindaco sfiduciato sono co-responsabili della sfiducia e avrebbero dovuto sparire dalla circolazione politica. 

Mi auguro che al voto ci sia la resa dei conti e si voti con una croce solo sul nome di Maria Padulosi o su chi si conosce, tranne gli ex-consiglieri. 

Da tempo il sindaco sfiduciato ha perso la fiducia della Città di Pompei, mi auguro che tutti i nodi vengano al pettine e che la giustizia faccia il suo corso. 

Ripeto : votate solo Maria Padulosi.

Ma chi é questa innocente Candidata che con una ingenuità da mondo delle favole ha accettato una proposta che veniva niente di meno che da un covo di vivere ! Non so dirvi molto, la mia impressione é positiva altrimenti non scriverei questa rubrica, da artista posso dirvi che se devo dipingere l'innocenza, Maria Padulosi é la modella perfetta. Fa tenerezza. 

Criticare questa Candidata é veramente come sparare sulla Croce Rossa. Volete votare una persona onesta ? é Maria Paludosi. 

Tutto il resto si vedrà, perché di pratica politica se ne deve masticare molta per fare bene il Sindaco. Dobbiamo avere fiducia. Qualcuno può storcere il naso, ma pensate ai danni fatti nel secondo mandato dal sindaco sfiduciato che aveva esperienza ! 

Io chiedo a Maria Padulosi di tenere le distanze sia da costui che da i 5 ex che ha in coalizione. Così sarà veramente credibile e potrà sperare in un ballottaggio. Oggi a Pompei vincere al primo turno é dura per tutti. 

Ma qui dobbiamo fare i conti con il colpo d'ala che solo la Madonna del Rosario può dare, e, la forza della fede, quella vera, in Maria Paludosi é assoluta, direi che é il suo punto di forza principale. 

Ieri prima della Supplica ho incontrato e salutato il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin (mio compaesano) che ha celebrato. Oggi ho ricevuto la visita di Maria Paludosi, non ancora Sindaco ma candidato autorevole, sicuramente il più adatto fra i nomi proposti. Votare Maria Padulosi é un atto di fede non un salto nel vuoto. Toccherà poi a Lei far capire a tutta una popolazione che il vento é cambiato, che non c'é più posto in Comune per gli ex e per lo sfiduciato. 

E' vero, il Vangelo dice di perdonare settanta volte sette cioé sempre, ma Gesù ha anche cacciato i mercanti dal tempio. E i mercanti della politica a Pompei, d'ora innanzi, potranno andare solo dove meritano : in galera.



Stefano Armellin



Pompei, venerdì 9 maggio 2014

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Maria Padulosi Candidato a Sindaco di Pompei 2014

9. Maria Padulosi, la speranza per Pompei

L’Italia al voto e l’Europa ? non c’è interesse alcuno per l’elettorato italiano verso l’Europa. I quattromila comuni al voto sono concentrati sui loro piccoli orticelli e stanno vivendo la fase dei sorrisi smaglianti dove tutti sono amici di tutti pur di guadagnare un voto.

Vedi manifesti di perfetti sconosciuti, perfino sconosciuti a loro stessi, cioè candidati che si guardano le loro foto nei manifesti e dicono a sé stessi : Questi non li voto, tanto non li conosco ! Iniziano a volare per le strade biglietti da visita con nomi che dimentichi mentre li leggi ma tutti ci provano.

Ti offrono caffè, aperitivi, promesse a gogò senza la minima autocritica su loro stessi. Questi improvvisati politici da cortile, a Pompei aspettano il canto del gallo. Di sicuro se la mattina del 26 maggio 2014 il gallo non canterà tre volte, avrà vinto ?  oggi non emerge con chiarezza un candidato capace di vincere al primo turno.

Ma la guerra è alle porte d’Europa e quella del lavoro dentro l’Europa. L’invito è quello che tutti i candidati leggano il testo recente di Walter Passerini e Ignazio Marino : La guerra del lavoro, Precariato, disoccupazione, licenziamenti, perché nessuno è al sicuro : come trovare un posto dignitoso in un conflitto ormai globale. “La guerra del lavoro è già scoppiata. E’ una guerra planetaria, globale, ma anche nazionale, che arriverà nei piccoli territori, nelle città, sconvolgendone i sistemi. Una guerra pervasiva, dalla quale nessuno potrà salvarsi o sentirsi al riparo”.


Per Pompei dopo i numerosi errori del Sindaco sfiduciato il minimo è dare un chiaro segno di rinnovamento alzando decisamente la capacità professionale ed etica degli amministratori, chi non sa amministrare per vocazione una Città di Arte, Fede e Cultura Patrimonio dell'Umanità, se ne resti a casa subito.

Va affrontata con determinazione la comunione d’intenti operativa fra Ministero dei Beni Culturali e dell’Istruzione – Scavi di Pompei e Scuole di Pompei, insieme al Pontificio Consiglio della Cultura e il Santuario di Pompei, entrambi non disgiunti dal nuovo governo della Città e dal suo modello ideale che è, e resterà sempre, il Beato Bartolo Longo. Un impegno gravoso per il nuovo Sindaco che dovrà dimostrare certamente onestà ma soprattutto capacità professionali elevate per portare Pompei nel Mondo.

Stefano Armellin


Pompei, sabato 3 maggio 2014


PIETRO CAGGIANO

La Pompei del XXI Secolo  : Pompei tra Archeologia, Religiosità e Turismo. Identità e Futuro.


Sono molto grato agli Organizzatori per l’opportunità di partecipare a questo Convegno sul Futuro di Pompei. Non è la prima volta che si affronta questa problematica, ma è bene non demordere. Il mio intervento non sarà accademico, teologico ma un racconto semplice della religiosità della nostra Città.  Come cittadino  - qui residente da 63 anni - e cristiano - inserito in questa speciale comunità ecclesiale - sento il piacere ed il dovere della “cittadinanza attiva”. A questo proposito vale la pena ricordare che il ‘piccolo nucleo’ (circa 300 persone) della ‘Valle di Pompei’ di fine Ottocento, si arricchì ben presto di forestieri chiamati da Bartolo Longo per collaborare alla nascente Città. Molti altri vennero dopo gli anni ’50. Tra i circa 27000 Pompeiani di oggi si notano tanti aspetti positivi ma ce n’è uno, che sembra il peccato originale: la difficile coesione  dei cittadini che porta alla mancanza del senso dell’appartenenza.

Vado ora al mio tema sulla Religiosità.
Nel contesto del Convegno mi sembra che la Religiosità  abbia un aspetto fondante: a) Essa è con la Cultura componente essenziale dell’identità; ed un altro come conseguenza: b) Senza rispetto dell’identità non c’ è  futuro.
 
a)      – Come si è inserita la Religiosità nel Pompeiano ?

 Mi sembra naturale fare un breve riferimento alla Pompei archeologica. “La felice posizione territoriale attirò insediamenti già nell’Età del Bronzo e del Ferro. Ma è soltanto tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C. che a Pompei si può trovare la prima traccia concreta di un abitato stabile, organizzato sul modello della città. Il nucleo più consistente si formò nella Regio VII intorno ad un  antico luogo di culto che venne ora potenziato e trasformato nel santuario dell’abitato sotto la potestà di Apollo” (Stefano De Caro, Avventura dello Spirito, p.5).
Non ci sono dubbi, dunque, sulla religiosità dell’Antica Pompei. Essa  conserva una decina di templi all’interno del recinto ed almeno uno extra moenia (a s. Abbondio) oltre i numerosi luoghi di culto nelle case, i numerosi e vari ex-voto ed i sepolcreti appena fuori il recinto murario. Vorrei aggiungere che la morte delle migliaia di persone a causa dell’eruzione ne fa di Pompei un luogo sacro. Né mi sembra esagerato dire che al ’79 erano passati , o vivevano, alcuni Cristiani che vi lasciarono qualche  segno indicativo (Criptogramma del Paternoster). Del resto s. Paolo aveva visitato verso il 62-64 la comunità di Pozzuoli.

La fondazione della Pompei attuale non si perde nel mito o nella notte dei tempi. Tutto cominciò semplicemente ed improvvisamente tra il 1872 ed il 1875.
Ai primi di Ottobre il giovane Avvocato Bartolo Longo giunse a Pompei per affari professionali quali la raccolta dei canoni agricoli ed altri benefici per conto della proprietaria Contessa de Fusco. Fu, invece, impressionato dalla povertà economica, sociale e religiosa. Uscito da poco da una crisi spirituale, che l’aveva irretito nella superstizione e spiritismo durante gli studi universitari a Napoli, si domandò in che modo avrebbe potuto salvarsi ed aiutare quei contadini. Il Longo così racconta la sua ‘conversione’: “ … pervenni al luogo più selvaggio di queste contrade …. Tutto era avvolto in quiete profonda. Volsi gli occhi in giro: nessun ombra di anima viva. Allora mi arrestai di botto. Sentivami scoppiare il cuore. In cotanta tenebrìa di animo una voce amica parevami mi sussurrasse: Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. E’ promessa di Maria. … Chi propaga il Rosario è salvo! Questo pensiero fu come un baleno che rompe il buio di una notte tempestosa … Con l’audacia della disperazione, sollevai la faccia e le mani al cielo, e rivolto alla Vergine celeste: Se è vero- gridai – che tu hai promesso a san Domenico, che chi propaga il Rosario si salva; io mi salverò, perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il tuo Rosario. Niuno rispose: silenzio di tomba mi avvolgeva dintorno ...Una lontana eco di campana giunse ai miei orecchi, e mi scosse: sonava l’Angelus del mezzodì. Mi prostrai e articolai la prece che in quell’ora un mondo di fedeli volge a Maria. Quando mi levai in piedi, mi accorsi che sulle guance era corsa una lacrima” (Storia del Santuario di Pompei, p 58-60).

Ne segue la storia semplice di un’immagine che fa il suo ingresso a Pompei, il 13 Novembre 1875, su di un carro che trasportava letame da Napoli. Pompei, dunque, non è nata da un piano precostituito. E’ cresciuta lentamente secondo le esigenze di uno sviluppo e di un programma che si presentavano giorno per giorno. La guida forte e costante di Bartolo Longo fu la preghiera del Rosario contemplato ed attuato. I segni dei tempi – progetti e provvidenza – erano interpretati dal Beato nello sforzo di adeguarsi alla volontà di Dio  ed ai bisogni dei fratelli e sorelle. Di qui la Carità che non teme le difficoltà e i rischi. Molti furono scandalizzati e disorientati dalle iniziative sociali del Beato. Egli scrive: “A misura, perciò, che la pubblica inesauribile carità ne forniva i mezzi, io raccolsi quanti fanciulli potei, figli dei carcerati, e curai che fossero educati secondo un metodo speciale”. (Storia …..p.) Di fronte alle affermazioni positivistiche egli proponeva il suo grande atto di fede che resterà sempre l’idea centrale dell’opera. Egli era cosciente di questa avventura  e la volle vivere integralmente.
 Abitualmente chiamiamo la città ‘Pompei’, ma nell’intenzioni del suo Fondatore avrebbe dovuto chiamarsi ‘Nuova Pompei’. E questo per il riferimento, spesso in contrasto con l’antica Pompei: “Allato ad una terra di morti gli si è presentata di subito una terra di risurrezione e di vita: all’infranto anfiteatro, insozzato di sangue, si contrappone un Tempio vivo di fede e di amore, un Tempio sacro alla Vergine Maria; ad una città sepolta, … succede una città piena di vita, che attinge la sua origine dalla civiltà nuova portata dal Cristianesimo: la Nuova Pompei …” (Storia, p.18 s.) . Nel tempo il Longo cambiò ‘registro’: il famoso Matteo Della Corte era stato per un periodo uno dei suoi segretari.

Tutto quanto si vede e si ammira è l’avventura umano-divina di Pompei e del suo Fondatore. E’  dove vuole e ne senti la voce ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,8). Bartolo Longo ‘fu condotto dallo Spirito’, di volta in volta, nel deserto o nella messe abbondante; nel buio della notte o nella luce radiante del meriggio.
 Niente di straordinario, si dirà. Ma la ‘straordinarietà’ – mi si perdoni il bisticcio delle parole – sta proprio nell’interpretazione ed adesione che il Fondatore diede ad eventi ‘ordinari’. Per questo egli merita di essere proposto, anche attraverso la dichiarazione finale di santità, un modello di vita Cristiana soprattutto per i laici. Ritengo che un religioso al suo posto non avrebbe fatto tanto: in quel tempo di anticlericalismo Dio inviò un laico con famiglia quali pionieri della rinascita della tradizionale laicità cattolica.
Mi sembra facile e coerente chiudere questo primo punto.
 La felice contiguità delle due Città; le folle che le visitano costantemente; la religiosità fin dalle rispettive fondazioni ed, infine, la non contrastante associazione di Cultura e Religiosità nella formazione dell’identità del Pompeiano, fanno pensare ad un unico progetto provvidenziale. Ad una sola “Avventura dello Spirito”. Le facce dell’unica medaglia si integrano piuttosto che contrastarsi nella composizione dell’ identità.
Forse Franco Cardini non applicherebbe a noi quanto ha riportato in un elzeviro dell’Avvenire (25 -03 – 2014, p.23). “Di memoria e d’identità si parla fin troppo, di questi tempi: al punto che qualcuno ha proposto di bandire per almeno dieci anni tali due termini dal nostro lessico, sia ordinario, sia intellettuale”. 

 b)    -  L’identità è il futuro.
Credo possiamo descrivere l’identità del Pompeiano con queste parole: ‘colui che ispira se stesso alla Cultura ed alla Religiosità Cristiana e ne diventa anche promotore nella vita quotidiana’.
Tutto il resto gira intorno ai due gioielli che il Signore ha regalato  a Pompei ed al mondo intero. Il nome di Pompei è universale e va custodito e promosso in tutti gli aspetti. E’ un Copyright o un Brand da proteggere: i difensori nati sono i Pompeiani che affidano gelosamente ai propri rappresentanti nelle varie funzioni civili e commerciali.   
Fin dal 1982 ho usato due metafore nel parlare della nostra Pompei: una biga non potrà mai muoversi bene senza le due ruote (la Pompei Antica e la Nuova) oppure Pompei ha nelle ‘due città’ gli unici ‘due pozzi di petrolio’ per il nostro benessere. Aggiungo ora: Pompei è un’oasi speciale, benedetta: come tutte le oasi deve essere usata ma anche protetta, evitando il rischio della sparizione (desertificazione)
Ben venuta la creatività nel promuovere lo sviluppo, ma tutto deve muoversi ed integrarsi in accordo con la identità della Città. Con più di quattro milioni di visitatori all’anno è necessario provvedere servizi d’ogni genere con l’adeguata promozione ed efficace informazione. Non si può annunziare un evento (spesso costoso) all’ultimo momento: è denaro sprecato. Così pure è necessaria la garanzia che i vari eventi durino nel tempo (almeno per cinque anni). Il lamentato ‘Mordi e Fuggi ’ dei pellegrini e dei turisti potrà cessare solo offrendo loro adeguate ragioni di sosta.
Forse un serio esame della urbanizzazione - mirata più agli interessi del Paese che a quelli personali o clientelari – potrebbe ancora ribaltare le mancanze passate. Queste poche e generiche affermazioni - che richiedono ben altro tempo ed attenzione – mi sembrano sufficienti a confermare che il futuro dipende dalla fedeltà alla nostra identità.
Pompei 29 Aprile 2014 – Pietro Caggiano



La Madonna del Rosario di Pompei

52. POMPEI NEL MONDO di Stefano Armellin 


I 130 anni della Rivista, commento pag. 25. Scrive : Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire, titola : "Quando Avvenire si stampava all'ombra del Santuario". Questa mattina a Pompei Maria Padulosi inaugura la sede in Via Lepanto per incontrare i suoi elettori. E' il Candidato Sindaco più autorevole e innovativo. Ha un percorso intricato da sbrogliare, non solo all'esterno per la nota conflittualità delle parti in gioco, ma pure all'interno della sua coalizione, per un difficile ricambio generazionale. Non é una questione di età anagrafica ma di mentalità politica, che qui a Pompei, per avere un reale successo pro-Bene Comune, deve essere in linea con quella del fondatore, sia della Rivista sia della Città sia del Santuario : il Beato Bartolo Longo. Chi si allontana da questa figura luminosa viene sfiduciato, come é successo al Sindaco uscente. 

Vediamo allora se il "periodico dei miracoli" farà il miracolo portando al pieno e meritato successo Maria Padulosi, una neofita della politica, ma integra nell'anima e nello spirito.

Tarquinio ricorda che Avvenire e la Rivista del Beato sono strettamente legati "da uno speciale e saldissimo legame" perché "entrambi -pensati-...da due persone sante : Bartolo Longo e Paolo VI". 

Di Paolo VI ricordiamo ai lettori l'impegno profuso verso gli artisti contemporanei e la sua disponibilità di aprire una nuova ala dei Musei Vaticani proprio per ospitare le opere moderne a testimonianza del tempo presente.

Tarquinio fa bene a ricordarci che "Pompei é una delle capitali mariane del Mondo", perchè al Mondo guardavano il Beato Bartolo e Paolo VI che aveva compreso come lo "strumento-giornale...servisse la consapevolezza dei cattolici italiani e di ogni persona di buona volontà".

Maria Padulosi é una persona di buona volontà, e a Lei va il nostro augurio di riuscire a fare in concreto il Bene di Pompei, qualunque sia il risultato elettorale. Avvenire, ne siamo certi, ne prenderà atto : "Come dimenticare, poi, che per anni una parte cospicua della tiratura di Avvenire venne realizzata proprio all'ombra del Santuario di Pompei". 

Oggi il Direttore della Rivista é "l'amico e collega Angelo Scelzo, già firma prestigiosa del nostro quotidiano e attuale vicedirettore della Sala Stampa Vaticana".

Infine Tarquinio rammenta per i cittadini di Pompei che ne faranno richiesta, la possibilità di ricevere Avvenire per tre mesi a casa loro gratuitamente. 

Oggi, si aggiunge a Pompei una nuova voce "limpida e forte", quella di Maria Padulosi, e di Lei ne siamo certi, per tutti i cittadini pompeiani, caro sarà, ogni giorno.

Stefano Armellin (130/23 segue) Pompei, domenica 6 aprile 2014


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Maria Padulosi 
Candidato a Sindaco di Pompei 2014


IDEALI : Noi ci aspettiamo che Maria Padulosi ricordi di essere a favore :

1. Dell'ispirazione cristiana nel suo agire.

2. Della laicità intesa come capacità di parlare con chiunque.

3. Dell'identità nazionale e della profonda storia di Pompei Antica.

4. Dell'Unione Europea come fonte di sviluppo di una prassi internazionale e come cuore delle Radici Cristiane.
 
5. Delle autonomie territoriali e sociali nel contesto di Napoli futura città metropolitana.

6. Della difesa dei Diritti Umani.

7. Della libertà e della democrazia come vettore del cambiamento.

8. Di uno sviluppo economico che valorizzi le capacità di lavoro dei pompeiani, la loro professionalità e imprenditorialità in un mercato libero dalla Camorra.

9. Della solidarietà intesa come tessuto che unisce la comunità pompeiana in favore della persona umana, ad iniziare dagli ultimi, dai meno privilegiati, dagli indifesi di ogni età e condizione sociale.

10. Delle scuole di ogni ordine e grado come Anima preziosa che genera il futuro.

Stefano Armellin, Pompei, sabato 5 aprile 2014


Maria Padulosi 

Candidato a Sindaco di Pompei 2014

DAL LIBRO DEL SIRACIDE

Il Governo

"Un governatore saggio educa il suo popolo,
l'autorità di un uomo assennato sarà ben ordinata.
Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti gli abitanti.
Un re senza formazione rovinerà il suo popolo;
una città prospererà per il senno dei capi.
Il governo del Mondo é nelle mani del Signore;
egli vi susciterà al momento giusto l'uomo adatto.
Il successo dell'uomo é nelle mani del Signore, 
che investirà il magistrato della sua autorità.

Siracide, 10, 1-5


Cristo sindonico, scultura del Beato Fra Claudio Granzotto
Chiesa dei Frati francescani di Vittorio Veneto