venerdì 28 novembre 2008

240 di 2013 ; Autoritratto 8 La sepoltura di Gesù

Stefano Armellin con il pezzo 240 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Autoritratto 8 La sepoltura di Gesù" La grande arte di rendere felice e, come diciamo, fiorente una Nazione, consiste nel dare ad ognuno un'opportunità di trovare lavoro".Mandeville



La sepoltura di Gesù di Padre Felice Artuso

Durante il dibattimento processuale Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, appartenenti dell’Alto Sinedrio, non discolpano Gesù dalle inesatte e inconsistenti accuse. 

Preferiscono rimanere silenziosi e mesti . 

Solo dopo la sua crocifissione e morte, intervengono. 

Applicano le norme giudaiche, che prescrivono di seppellire tutti i morti. 

Sanno che, toccando il cadavere, si contaminano e s’impediscono di partecipare all’imminente celebrazione pasquale (Nm 19,11-13). 

La compassione verso di Lui, li spinge a trasgredire la norma della purità cultuale. 

Giuseppe si reca da Pilato e gli chiede il permesso di deporre Gesù dalla Croce e di seppellirlo in una tomba privata. Ottenuta l’autorizzazione, dopo un previo accertamento della sua morte , compera un raffinato lenzuolo funerario (la sindone) di puro lino e ascende sul Calvario, mentre la folla abbandona le vie principali della Città e si ritira nelle proprie abitazioni.
 
Nicodemo a sua volta acquista una grande quantità di mirra e d'aloe, una mistura di profumo, che riesce a rallentare la putrefazione del cadavere. 

Sale anche lui sul Calvario, dove raggiunge Giuseppe d’Arimatea . Non dispongono di tanto tempo, per tumulare Gesù prima che inizino a splendere le stelle (Lc 23,54) e si accendino le luci della festività pasquale. 

Con il probabile aiuto dei soldati di guardia distaccano il morto dalla Croce. Lo trasportano su una pietra rossastra, ora sistemata sul pavimento sotto il Calvario e vicino al vestibolo del Santo Sepolcro. 

Puliscono il suo corpo, imbrattato di sudore e di sangue. Lo distendono su una metà della Sindone, cosparsa d’unguento aromatico. 

Attenendosi alla prassi ebraica sulla sepoltura dei defunti (Gv 11,44), spalmano sulla pelle di Gesù l’unguento acquistato. 

Legano strettamente il mento, le mani e piedi di Lui con alcune fasce. Arrotolano e annodano il sudario sulla sua faccia. 

Ripiegano sul suo corpo l'altra metà della Sindone. 

Lo depongono quindi nel vicino sepolcro, scavato nella roccia calcarea e diviso in due vani: il vestibolo per i parenti del defunto e la camera funeraria . 

Tributano a Lui, che era stato irriso con il titolo regale (Gv 19,19), lo stesso onore, riservato ai potenti e ai sovrani di questo mondo (Is 53,9). 

Gli danno il centuplo di gratitudine rispetto a quello che egli aveva ricevuto da Maria a Betania (Gv 12,3).

Testimoniano che egli è il Giusto, il Messia e il segno dell’universale benedizione di Dio. 

Eseguita la sepoltura in cui si sono esposti a possibili dissensi e rimproveri, all'ingresso della tomba rotolano una pesante pietra a forma di macina da mulino (Mt 27,60; Mc 15,46). 

Impediscono che qualcuno vi entri e la profani. Tornano infine nelle loro case, contenti d’aver espletato un ufficio di pietà. Non attendono che Egli risorga, perché non avevano prestato una sufficiente attenzione ai suoi annunci pasquali.

Padre Felice Artuso