giovedì 26 gennaio 2012

2. Pompei The Opera, il crollo e la speranza



Pompei - Villa dei Misteri - particolare - 
Foto : Stefano Armellin giovedì 5 gennaio 2012
Soggetto : 

La Matrona, prologo d'inizio della sequenza pittorica più famosa degli Scavi

In questa Villa ho creato un collegamento singolare. Nel 2001 nacque a Pompei mia figlia Lorenza Mariastefania; una credenza del luogo sostiene che là dove si posa l’ombelico del nascituro si determina il futuro professionale della nuova vita. Così andai a Villa dei Misteri con l’ombelico di mia figlia avvolto nella garza dell’ospedale e lo nascosi dietro una pietra nell’angolo di una stanzetta. A riprova delle ottime condizioni di temperatura, oggi, nel 2012, anche se ristretto, l’ombelico c’è ancora. Voi direte : sono superstizioni. D’accordo, e questo articolo allora cos’è ?


Per comprendere il mistero degli affreschi dobbiamo calarci nella mentalità del tempo. Per ora ci sono solo due interpretazioni. La più accreditata è il culto a Dioniso (Bacco) molto famoso nell’iconografia romana. Divinità importante perché nata da una coscia di Zeus che lì aveva messo il feto. 

A Bacco si accompagnano Sileni, Satiri e Ninfe che fanno da cornice al culto orgiastico inteso come inno alla vita. Frequente è la rappresentazione del fallo in Pompei, come buon augurio e felicità. Perciò l’altra interpretazione dice del racconto di un matrimonio. Attenzione, chi denuncia i pompeiani antichi come una società di “pornografi” cosa dovrebbe dire della nostra ? 

Nella visione complessiva di tutta la produzione in affresco possiamo solo constatare la varietà dei temi. Per Villa dei Misteri nessuno ha ancora dato un'interpretazione scientificamente condivisibile del racconto dipinto e alla buona restaurato. Suggerisco al lettore di non considerare questo affresco un evento isolato perché tutti gli affreschi fanno parte dello stesso periodo storico e dell’identico processo creativo. Moltissimi sono al Museo Archeologico di Napoli che ne favorisce la conservazione ma li isola dal loro contesto d'origine dove possono essere meglio compresi.

L’autore dell'affresco di Villa dei Misteri è anonimo, cosa comune all’epoca, ma viveva quella dimensione estetica che conferma un dato evidente e non misterioso : l’equilibrio delle linee, la compostezza dei corpi; non solo richiamando il mondo greco fatto proprio dai romani, come i cristiani in seguito faranno proprio il mondo romano ; bensì mettendo in luce un dato importantissimo : la salute e la serenità della mente umana che lì viveva. Ma chi viveva in Villa dei Misteri ? sicuramente un amante del teatro, qualcuno che aveva stretti rapporti con gli attori, gli autori e i registi.

Pompei - Villa dei Misteri - particolare - 
Foto : Stefano Armellin giovedì 5 gennaio 2012
Soggetto : immagine conclusiva della sequenza pittorica

Scriveva Amedeo Maiuri nel 1950 : le pitture “ danno al Mistero il carattere che esso deve avere d’intima comunione con la divinità” raccontano il “martirio di una compagna neofita” si evince la presenza del “phallòs”. 
Il Maiuri considerava falsata la visione dell’antica Pompei proposta nel XIX secolo, perciò si è impegnato molto come studioso oggettivo. Ma dal 1950 al 2012 è come se fosse trascorsa una Civiltà. 
Quindi leggiamo: “ E’ il rito sacro della flagellazione che troviamo praticato in molte religioni d’ispirazione naturistica così come a Roma venivano nei Lupercalia fustigate le donne sterili per renderle feconde”. 
Ora fate attenzione a questo passo : “ Ma l’artista non poteva più nobilmente ed umanamente esprimere l’atrocità (!) del dolore (!) nelle belle forme d’una donna; egli ha rivissuto il dramma al di fuori degli schemi formali e convenzionali della pittura antica umanamente e profondamente (!)”.

Non condivido; più esatto quando scrive: “ tutto appare ispirato ad una ieratica compostezza di figure e atteggiamenti. E’ un culto orgiastico sì, ma purificato dall’austerità del costume familiare romano “ (…) 

i baccanali di oggi, le giovani romane e pompeiane li trascorrono in discoteca ( de Bacchanalibus) nel più penoso stordimento psicofisico. Mentre il nostro affresco “è più o meno fedele copia di qualche famoso originale greco del periodo classico od ellenistico, o creazione e libera rielaborazione di un vero e grande artista ?” potrebbe essere entrambe le cose e sicuramente una testimonianza “della società colta e raffinata romana e campana”. 

Questo “sacro dipinto” segnala il “periodo : fine della Repubblica e prima età Augustea”. Per Maiuri : “la composizione non è che la rappresentazione di donne e spose iniziate o iniziande ai misteri bacchici.

Entriamo ora nel mistero dell’affresco che divido in sette scene che ho fotografato mercoledì 3 gennaio 2012 a testimonianza della stato di conservazione dell'affresco :



1.      Una Matrona e due giovani donne con lineamenti nobili, aristocratici, una con il vassoio ricolmo. Al centro una fanciullo nudo legge una pergamena : “osservate un momento di questa nostra vita, cari spettatori, una vita lontana da preoccupazioni comuni. Le donne sono impegnate a vivere dolcemente il loro essere gioioso e danzante, femminile e cantante, ebbro e leggiadro. Seguite la donna che vi porterà la vita, e per sempre, resterete felici”. Può forse leggere qualcosa di diverso un fanciullo di duemila anni fa ? la visione giusta dell’affresco è in senso orario.
Particolare del fanciullo che legge

 2. Il vassoio arriva su un tavolo con tre donne e un attore maturo con la barba. Una di esse solleva per un lembo la tovaglia, l’altra si lava le mani in un catino. Tutto è pervaso da un senso regale e calmo nel ritmo e nel panneggio; i volti trasmettono una serenità olimpica. Ci dicono in un tempo diverso, silenzi che non sono mutati in questi duemila anni, perché la caratteristica dell’eternità è quella d’essere sempre uguale a sé medesima.


3. Due giovani satiri musicisti, uno suona uno strumento a fiato, l’altro probabilmente ha smesso di cantare, ma non la giovane donna di danzare. Una capretta in primo piano e una pecora dietro con il muso accanto al satiro per ricevere il cibo. Sacralità e dolcezza del teatro.


4. Parete centrale a sinistra. Torna l’attore maturo, musico anche lui;
una maschera teatrale in alto sembra viva, assistiamo ad  una chiara rappresentazione del pranzo che nella sala si consumava. Dioniso-Bacco ebbro ma non sbronzo è una figura armonica con tutto il contesto. Non emerge come divinità superiore perché rientra nel ritmo di una rappresentazione al femminile. 


5. Parete centrale a destra. Una figura alata di donna distoglie lo sguardo da un’altra in ginocchio che indica il proseguimento della scena. 


6. Quattro donne, sempre giovani e belle. La flagellazione di quella in ginocchio è simbolica, siamo sulla ribalta del mondo antico. Una figura danzante nuda, perché il nudo è un abito di scena ci da le spalle perché sta ruotando. Un esempio riuscito di contrapposto dinamico 1600 anni prima di Michelangelo che rese il contrapposto pittorico ancora più evidente. 


7. Due putti grandicelli fanno da cornice ad una scena di acconciatura femminile da donna a donna come accade ancora oggi. L’affresco inizia con un racconto e termina nei capelli dove si esprime meglio la femminilità della donna. 

Le figure alate ricordano i nostri angeli ; mia figlia Lorenza Mariastefania, che conserva il suo ombelico in un muro di Villa dei Misteri, domenica 8 gennaio 2012, il giorno in cui questo articolo è uscito on line; ha fatto un saggio di danza nella chiesa di Pompei Tre Ponti, interpretando con le altre danzatrici, una figura angelica con le ali bianche per accompagnare il Presepio vivente come nel racconto della Sacra Scrittura; anche per l'Epifania, il 6 gennaio 2012 ha interpretato l'angelo del Presepe di Gesù Bambino, Gesù che accoglie i Magi venuti dall'Oriente, in rappresentanza di tutti i Popoli del Mondo. Coincidenza ? perciò cari lettori ecco svelato il mistero del dipinto antico : non c’è nessun mistero, la vita, anche quella divina, si racconta alla luce del sole.

(2. Continua vai alla Parte Terza )