domenica 16 gennaio 2011

1022 di 2013 ; Karl Barth

Stefano Armellin con il pezzo 1022 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Karl Barth. "Per Barth il cristianesimo è l'immensa Rivelazione della luce eterna che risplende sopra ogni natura ed adempie ogni promessa, é l'eterno sì ed amen di Dio a sé stesso ed alla sua creazione". Hans Urs Von Balthasar

"L'ultima parola che ho da dire, in quanto teologo ed in quanto cristiano, è un nome: quello di Gesù Cristo; è Lui la grazia ed è Lui la realtà ultima al di là del Mondo, della Chiesa, della Teologia; non possiamo certo impadronirci di Lui, però abbiamo a che fare con Lui. 

Nella mia lunga vita, mi sono sforzato di mettere il suo nome sempre maggiormente in evidenza e di dire: tutto è veramente là!

Non vi è salvezza in nessun altro nome. Là è la grazia; là troviamo l'impulso a lavorare e a combattere, l'impulso che è all'origine delle nostre comunità e che ci rende solidali con i nostri simili; là vi è la radice di tutto quanto mi sono sforzato di fare durante la mia lunga vita, pur debole e maldestra; sì, proprio e solo là. 

Si conosce Dio per mezzo di Dio e solamente per mezzo di Dio". Karl Barth

"Andrea Mantegna, porta alle conseguenze estreme e più elaborate la ricerca di Piero della Francesca, una capacità di leggere nell'anima che per la prima volta nella storia della pittura si mostra con tanta evidenza realistica.

A 25 anni Mantegna é già un artista maturo...é pittore non della natura, bensì della Storia...lo spirito non ha senso se non dentro la Storia...il Cristo di Mantegna é un Cristo veramente e per sempre morto, che quindi nega a sé e agli uomini la propria resurrezione e il conseguente loro riscatto; la sua natura non é divina, é mortale, ed é natura morta". Vittorio Sgarbi

"Non abbiamo più avuto occasione, da quattro anni a questa parte, di portare davanti a Voi con una mostra i risultati del nostro lavoro. Noi non consideriamo in alcun modo le mostre, come Voi ben sapete, lo strumento ideale per stabilire dei contatti fra artisti e pubblico, mentre in questo senso sarebbe per noi ben diversamente desiderabile, per esempio, la realizzazione di grandi incarichi pubblici.

Ma fino a che la vita pubblica é determinata in maniera prevalente da questioni economiche e politiche, quella delle mostre é l'unica strada che ci rimane, e dobbiamo quindi essere estremamente riconoscenti a tutti gli interventi pubblici e privati che ci hanno dato la possibilità di percorrere questa via e dimostrarvi che in questi anni durante i quali non abbiamo esposto non siamo rimasti inoperosi,

ma forse proprio perché non avevamo la preoccupazione di esporre abbiamo lavorato con impegno ed entusiasmo ancora maggiori per lo sviluppo delle nostre idee.

Noi non siamo una cooperativa, un'unione, un'associazione, ma ci siamo ritrovati in  questo modo informale solo in funzione di questa mostra, legati unicamente dalla convinzione che nessun settore del vivere umano sia così trascurabile e irrilevante da non offrire alcun spazio allo sforzo artistico.

Che, anche l'oggetto più umile, quando sia perfettamente realizzato, aiuta a migliorare la bellezza di questo Mondo; e che, infine, il progresso della cultura é unicamente fondato sulla sempre maggiore compenetrazione dei fini artistici con tutti i diversi aspetti della vita.

Conseguentemente, questa mostra non propone i risultati conclusivi di diverse carriere artistiche: essa é invece una rassegna delle tendenze dell'arte austriaca, un rapporto fedele sulla situazione attuale della cultura del nostro stato.

D'altronde, il nostro concetto di artista va inteso nel senso più ampio possibile, così come il concetto di opera d'arte. Esso va esteso dai creatori anche a quei fruitori che sono capaci di rivivere sensibilmente e di apprezzare le cose create.

Per noi artisticità corrisponde a una comunità ideale di tutti i creatori e di tutti i fruitori...".

Klimt, Kunstschau Wien 1908