domenica 23 gennaio 2011

1029 di 2013 ; Democrazia in America

Stefano Armellin con il pezzo 1029 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Alexis Henri Charles de Clérel de Tocqueville 

" Questo svolgimento storico è solo il risultato della volontà più o meno consapevole di tutti gli uomini, di tutti i loro -istinti- di tutte le passioni del cuore umano, dalle più superficiali alle più profonde.
Si mostra come gli Americani sono riusciti a sterminare la razza indiana -legalmente, filantropicamente, senza sporgere sangue, senza violare agli occhi del Mondo uno solo dei grandi principi della morale.

Il forestiero viene a conoscere nella casa del suo ospite molte importanti verità, che costui forse nasconderebbe all'amico: con lui si può spezzare un silenzio forzato, e non se ne teme l'indiscrezione, perchè egli è di passaggio.

Preferisco nuocere al successo della mia opera, piuttosto che aggiungere il mio nome alla lista di quei viaggiatori che ricambiano con dispiaceri e fastidi la generosa ospitalità ricevuta.

Non è necessario che sia Dio in persona a parlare, per scoprire i segni sicuri del suo volere; basta esaminare il cammino abituale della natura e la tendenza costante degli avvenimenti.

E' necessaria una scienza politica nuova per un mondo ormai completamente rinnovato.

La rivoluzione democratica si è effettuata nell'assetto materiale della società, senza che si verificasse nelle leggi, nelle idee, nelle abitudini e nei costumi quel cambiamento che sarebbe stato necessario per rendere questa rivoluzione utile e positiva. 

Così noi abbiamo la democrazia senza avere ciò che dovrebbe attenuarne i difetti e farne risaltare i naturali pregi...". Tocqueville

"Rembrandt. Credo che non esista nella storia della pittura e dell'incisione un artista che più di Rembrandt abbia tanto spesso ripetuto la propria immagine...

Quello che vale per i personaggi che si pavoneggiano, che ci guardano, che camminano nella Ronda di notte, vale per tutta la vita, vale cioé per tutte le situazioni in cui la condizione sociale prevalga sopra quella dell'umanità più diretta.

Da questo dipinto promana un senso di profonda critica all'ambizione e alla vanità come finzione di vita, ma che, proprio per via negativa, mette in evidenza la debolezza dell'animo umano...

Segnala come la pittura possa guardare ogni cosa, anche la più inutile, la meno importante: può indagare nella interiorità e nel dubbio e nella rovina di un volto...

il suo riuscire  far sì che la pittura entri nella vita, che cancelli la propria identità di materia per diventare la stessa cosa della carne...

Lezione di anatomia. Centro dell'opera di Rembrandt e tra i più famosi di tutti i tempi. 

Rembrandt sente costantemente che nella condizione umana, nella miseria degli uomini e nelle loro ambizioni più basse e nei loro desideri più volgari c'é una verità profonda.

Ecco allora le emozioni che vediamo dipinte sul volto dei personaggi che seguono la lezione, una serie di emozioni che nessun pittore realista e nessuna fotografia riuscirebbero a comunicare con altrettanta verità.

Certi quadri sono talmente forti e talmente vivi che noi ci sentiamo meno vivi, siamo più morti noi di loro". Vittorio Sgarbi