Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556) d
di Padre Felice Artuso
Ignazio trasmette la sua esperienza interiore e il suo metodo apostolico nel piccolo libro degli Esercizi Spirituali, opera pedagogica originale, cui ha impiegato oltre venticinque anni, per darvi una forma definitiva. Qui egli pone il cristiano davanti alla Parola di Dio, alla vita di Gesù e al discernimento decisivo. Attenendosi alle sue indicazioni di quattro settimane di meditazione, il cristiano comprende il cammino che deve compiere.
Nella prima settimana percorre la via purgativa. Entra in se stesso e valuta la sua situazione interiore, zeppa di contraddizioni. Individua il suo stato di peccato, che lo mantiene schiavo dei propri idoli e lo separa da Dio. Contempla quindi i misteri dell'incarnazione e dell'infanzia di Gesù. Rivolge a lui i suoi affetti, per uscire dallo stato d’infermità spirituale e di sofferenza.
Nella seconda settimana si sofferma sulla via illuminativa. Medita la vita pubblica di Gesù. Dialoga con lui, Figlio di Dio incarnato, umile sottomesso e paziente, che arruola con sé i suoi ascoltatori. Decide di seguire lui, via verso Dio. Ignazio scrive: «Voglio e scelgo la povertà con Cristo povero piuttosto che la ricchezza, le umiliazioni con Cristo umiliato piuttosto che gli onori; inoltre preferisco essere considerato stolto e pazzo per Cristo, che fu ritenuto tale, piuttosto che saggio e accorto secondo il giudizio del mondo» .
Nella terza settimana il cristiano passa sulla via unitiva. Medita i motivi delle varie sofferenze di Gesù, si associa alla sua passione e decide di percorre la strada dolorosa, da lui tracciata: «Considero quello che Cristo nostro Signore soffre o vuole soffrire nella sua umanità, secondo il passo che sto contemplando; qui comincerò con molta energia a suscitare in me il dolore, la tristezza e il pianto» . «Considero che la divinità si nasconde; infatti potrebbe annientare i suoi nemici e non lo fa, e lascia che la santissima umanità soffra tanto crudelmente» . «Considero che egli soffre tutto questo per i miei peccati, e che cosa devo fare e soffrire per lui» .
Nell’ultima settimana contempla Gesù, risorto, glorioso e sovrano su tutto l’universo. Rinnova la gioia pasquale, persevera nella determinazione di amare con disinteresse e attende con serenità la beatitudine eterna, che consiste nello stare per sempre in Dio Padre, Figlio e Spirito. Segue