mercoledì 2 novembre 2011

1314 di 2013 ; Da Giotto ad Armellin e la Terra Santa

Stefano Armellin con il pezzo 1314 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Da Giotto ad Armellin e la Terra Santa 

"In Medio Oriente e nei Balcani, come in molte altre zone del Mondo, i bambini imparano a odiare. Gli scolari egiziani imparano che gli ebrei sono intrusi in terra araba.

Israele non compare sulle carte geografiche appese nelle loro aule. In Giordania ai bambini viene insegnato che i cristiani sono "infedeli" a cui bisogna imporre la sottomissione, che la Torah ebraica é perversa e che tutta la colpa dell'Olocausto é delle "pratiche malvagie" degli ebrei.

I libri di testo siriani esortano gli studenti alla "guerra santa"...

E Israele...permette alle scuole religiose finanziate dallo Stato di insegnare che il dominio ebraico dovrebbe estendersi dal Nilo in Egitto all'Eufrate in Iraq e che il Regno di Giordania é terra ebraica occupata.

In guerra i testimoni, persino pochi attimi dopo un'uccisione o un'atrocità spesso non riescono a ricordare ciò che é successo davanti ai loro occhi.

I conflitti lasciano dietro di sé non la memoria, ma l'amnesia.

Finché non s'instaurano un vocabolario comune e una memoria storica condivisa non c'é pace in nessuna società. -Madri degli ebrei ! gridavano - vi faremo piangere come le madri palestinesi - (Hamas)

I bambini si nutrono di questo odio per gli ebrei dal giorno in cui nascono...

tutto quello che sentono é che dobbiamo liberarci del nemico ebraico. 

Gli appelli alla lotta sono ripetuti senza interruzione dalla radio e dalla televisione. 

I camion percorrono le strade dei campi magnificando i nuovi martiri e chiedendone altri.

Le foto dei martiri sono dappertutto. E i bambini vedono i padri, impotenti contro gli israeliani, senza lavoro, e ammirano i militanti armati. Vogliono combattere.

La guerra, come i film hard-core, puntava a rimuovere i tabù, creando nuove forme di intrattenimento per mascherare il crollo economico e politico del Paese...

L'universo morale si disintegrò. 

Apparve un nuovo codice...

Il sesso é un'altra variante della droga della guerra.

I soldati dell'ONU responsabili del mantenimento della pace in Bosnia, 
proprio come gli operatori umanitari in Africa, 
usavano il loro potere e il loro denaro per frequentare o addirittura gestire giri di prostituzione.

Dopo la guerra si verifica un collasso spirituale". C. Hedges 2005

Il Volto del Mondo che descrivo passa attraverso la pienezza dell'essere, la sua assolutezza di valori vissuti nell'attualità infinita della sua semplicità e unità. 

Il Volto del Mondo presente.

Perciò nei momenti di grazia riusciamo a percepire l'immensità, l'onnipotenza dell'eternità immutabile di Dio. 

E la nostra vita continua ad essere attività libera di pensiero per generare bontà, amore, bellezza, santità, dignità, soprattutto dignità.

Un valore che va oltre la ragione, perché potente nella giustizia di una felicità meritata e finalmente accessibile a tutti coloro che con l'impegno la conquistano. 

Felicità e libertà sono due sorelle gemelle. 

E quanta misericordia. mitezza e umiltà serve al Mondo intero per restare unito 
in Terra Santa nella gioia divina. Stefano Armellin 2005

"A Simone il primato e il supplizio; a Giovanni l'immortalità e l'attesa. Colui che ha lo stesso nome del Precursore della Prima Venuta sarà l'annunziatore della Seconda. 

Non sta a Voi, rispose il Cristo sapere i tempi e i momenti, il Padre li ha riservati in potere suo; 

ma riceverete forza quando lo Spirito verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino all'estremità del Mondo...

Io sarò con voi fino alla fine dell'età presente...

t'abbiamo respinto perché troppo puro per noi; 

t'abbiamo condannato a morte perché eri la condanna della nostra vita...

tutte le generazioni sono eguali a quella che ti crocifisse e, sotto qualunque forma tu venga, ti rifiutiamo...

Il divino affare e la santa moneta occupano, ancora più che nel passato, gli uomini invasati...

L'ostentazione dei ricchi ha chiavato nella testa di tutti che altro non conta, sulla terra finalmente liberata dal Cielo, che l'oro e quel che si può comprare e sciupare coll'oro...

Mai come oggi il tuo messaggio é stato necessario e mai come oggi fu dimenticato e spregiato. 

Il Regno di Satana é giunto ormai alla piena maturazione e la salvezza che tutti cercano brancolando non può esser che nel tuo Regno...

Ormai non abbiamo, noi disperati, che la speranza d'un tuo ritorno...". Giovanni Papini

San Giovanni Cassiano (360-435) a
di Padre Felice Artuso
Giovanni Cassiano nasce probabilmente nell’odierna Dobrudja (Romania) presso le foci del Danubio. 

Appartenendo a un’agiata famiglia cristiana, ha la possibilità di frequentare la scuola pubblica e di ricevere un’educazione classica. 

Terminati gli studi, si reca in Palestina, assieme Germano, giovane amico. Entra in un monastero di Betlemme. 

Vi sosta per qualche anno e può ripetere le parole dell’apostolo Paolo: «Il mondo per me è stato crocifisso come io per il Mondo» (Gal 6,14). 

Volendo conoscere le differenti caratteristiche monastiche, ottiene il permesso di spostarsi altrove. Si trasferisce con Germano in Egitto. Pellegrina due volte nella Tebaide, zona evangelizzata agli inizi del cristianesimo e abitata da monaci. Vi rimane per una decina d’anni, imparando apprende lo stile di vita anacoretico e cenobitico. 

Dei due preferisce quello cenobitico, meno esposto alle stravaganze e impostato sull’ascolto della Parola di Dio, sulla preghiera oraria, sul lavoro, sulla penitenza, sulla comunione dei beni e sull’accoglienza dei poveri. 

Essendo sorte controversie ecclesiali, lascia l’Egitto e va a Costantinopoli, dove è ordinato diacono da Giovanni Crisostomo, patriarca della città. Vi resta poco tempo e si dirige a Roma, dove incontra papa Innocenzo I al cospetto del quale cerca di difendere i diritti del suo vescovo, Crisostomo, esiliato dalla corte bizantina. 

Compiuta la missione diplomatica, Cassiano rimane a Roma circa dieci anni e intorno al 415 si ritira nelle vicinanze di Marsiglia. 

Qui fonda il celebre monastero di San Vittore per gli uomini e il monastero di San Salvatore per le donne. 

Imprime alla vita monastica una struttura, desumendola dalle tradizioni anacoretiche e cenobitiche, sperimentate nella Tebaide.
 
Attraversa momenti di grande preoccupazione, per formare, guidare e consolidare i suoi monaci nell’impegno alla preghiera, alla meditazione, all’ascesi, alla fraternità e all’ospitalità. Segue

Padre Felice Artuso