domenica 7 giugno 2009

431 di 2013 ; Monachesimo

Stefano Armellin con il pezzo 431 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo :Monachesimo " Non diventare cinici anche noi come chi ci governa, non diventare indifferenti a quello che succede - perchè ormai non ci meravigliamo più di nulla - di avere sempre questa sensibilità attenta, di essere queste anime ferite.
Vorrei pregare per partecipare al dramma della gente : di chi è ucciso, di chi patisce di chi è nella miseria...e quando si dice monachesimo si dice Europa, si dice primo movimento di civilizzazione cristiana. Questa Chiesa è fatta di monaci. E monaco non è quello che sta solo, ma è quello che ha solo Dio in testa. Questo è il monaco...


Sentite: la fatica del salire ? perchè poi il lasciarsi prendere è azione di Dio, ma il salire è la mia fatica, la mia collaborazione, è la mia risposta. E' vero che il Regno dei cieli ti è donato come dono della fede, ma è anche vero che tu la devi conquistare. Come la vita. Anche la vita ti è data, ma quale fatica vivere e dare un senso alla vita...". David Maria Turoldo

Svolgimento e coinvolgimento nella ripresentazione eucaristica di Padre Felice Artuso
All’offertorio il presidente dell’assemblea liturgica prende il pane e il vino, che i ministri gli hanno consegnato. Mentre li eleva, ringrazia il Padre, che provvede il cibo ai suoi figli tramite le risorse della natura e il lavoro umano. 

Invita quindi i componenti dell’assemblea a supplicare Dio, perché egli accetti la ri-presentazione del loro sacrificio: «Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio, sia gradito a Dio, Padre onnipotente». Essi gli rispondono: «Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa». Proseguendo la celebrazione eucaristica, il presidente prega il Padre di inviare il suo Santo Spirito, perché trasformi le loro offerte nel corpo e nel sangue di Gesù.
Evocato il breve racconto dell’istituzione sacramentale di Gesù, il presidente esclama: «Mistero della fede». I componenti dell’assemblea gli rispondono: «Annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta». 

Riconosciamo che tu, o Signore, sei morto, disceso nella tomba, risorto, asceso al Padre e presente nelle Sacre Specie. Chiamati ad essere persone eucaristiche (Col 3,15), ci associamo alla tua morte, ci impegniamo a testimoniare la tua gloriosa risurrezione e aspettiamo il momento in cui tu ci congiungerai alla perenne vita di Dio Padre (1 Cor 11,25).

Proseguendo la celebrazione, il presidente eleva a Dio Padre una preghiera, così formulata nel canone romano di origine ebraico: «In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, delle risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore e offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell’eterna salvezza. 

Volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno, come hai voluto accettare i doni di Abele il giusto, il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede, e l’oblazione pura e santa di Melchisedech, tuo sommo sacerdote» . 

Le nuove preghiere eucaristiche, con sfumature linguistiche più comprensibili e più concise, esprimo gli stessi contenuti teologici dell’antica preghiera romana. 

segue

Padre Felice Artuso