Evocato il breve racconto dell’istituzione sacramentale di Gesù, il presidente esclama: «Mistero della fede». I componenti dell’assemblea gli rispondono: «Annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta».
Riconosciamo che tu, o Signore, sei morto, disceso nella tomba, risorto, asceso al Padre e presente nelle Sacre Specie. Chiamati ad essere persone eucaristiche (Col 3,15), ci associamo alla tua morte, ci impegniamo a testimoniare la tua gloriosa risurrezione e aspettiamo il momento in cui tu ci congiungerai alla perenne vita di Dio Padre (1 Cor 11,25).
Proseguendo la celebrazione, il presidente eleva a Dio Padre una preghiera, così formulata nel canone romano di origine ebraico: «In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, delle risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore e offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell’eterna salvezza.
Volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno, come hai voluto accettare i doni di Abele il giusto, il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede, e l’oblazione pura e santa di Melchisedech, tuo sommo sacerdote» .
Le nuove preghiere eucaristiche, con sfumature linguistiche più comprensibili e più concise, esprimo gli stessi contenuti teologici dell’antica preghiera romana.
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Padre Felice Artuso