martedì 14 settembre 2010

898 di 2013 ; La Benedizione del Profeta

Stefano Armellin con il pezzo 898 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : La Benedizione del Profeta "Il Profeta è una voce che parla in nome d'Iddio, è un messaggero mandato da Dio ad avvisare chi ha smarrito la strada, chi s'è scordato dell'Alleanza, chi non fa buona guardia.
E' il segretario, l'interprete e l'inviato d'Iddio; è dunque superiore al Re che non ubbidisce Iddio, al Sacerdote che non intende Iddio, al Filosofo che nega Iddio, al Popolo che ha lasciato Iddio per correr dietro agli idoli di legno e di sasso.

Il Profeta è colui che vede, col cuore turbato ma l'occhio limpido, il male che regna oggi, il castigo che verrà domani, il Regno felice che succederà al castigo e alla penitenza. E' la voce di chi non può parlare, la mano di chi non sa scrivere, il difensore del Popolo sperso e angariato, l'avvocato dei poveri, il vendicatore dell'umile che piange sotto il piede del potente.

Non sta dalla parte di chi tiranneggia ma di chi è calpestato...quell'avanzo di superbia che si appiatta anche nel cuore dei santi mischia alla pietà un lievito di rampognante disprezzo...

Gesù viene per vincere i Padroni della Terra (che appartiene a tutti); per confondere i Padroni della Parola (che spira dove Iddio vuole)...

Gesù è un Messaggero (in greco Angelo) che porta un annunzio felice, una buona ambasciata". Giovanni Papini

"Gesù, dal momento della concezione ha ricevuto da Dio le nozioni di tutte le cose, naturali e soprannaturali in particolare la conoscenza dell'intimo di ciascun uomo e dei piani divini della salvezza.

Le grandi imprese, la cui esecuzione si consuma in breve tempo, sono normalmente preparate da un lungo tirocinio nel silenzio, nel raccoglimento, nello studio, nella riflessione nella disciplina spirituale, nel colloquio intimo con Dio nella preghiera, nel culto e nella contemplazione, in compagnia di pochi amici...

Nel saper attendere e saper sperare il tempo opportuno, la propria ora.

Più le basi e la preparazione del proprio lavoro sono solide e lungamente e coscienziosamente preparate, tanto maggiori sono il valore, l'efficacia, la durata e la vastità dell'azione e degli effetti che ne seguono". Cavalcoli