domenica 13 febbraio 2011

1051 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1051 di 2013 
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento

IL DILUVIO. "Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla Terra. Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.

Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la Terra; nell'anno seicentesimo della vita di Noé, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.

Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrò nell'arca Noé con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noé, le tre mogli dei suoi tre figli: essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati.

Vennero dunque a Noé nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio : il Signore chiuse la porta dietro di lui". Genesi, 7, 6-16

 Più che il quadro in sé quello che conta è ciò che esso emana e diffonde nell’aria. Non ha importanza se il quadro viene distrutto. L’arte può anche morire; quello che conta è che abbia sparso semi sulla terra. Il surrealismo mi è piaciuto perché i surrealisti non consideravano la pittura un fine in sé. Effettivamente, non bisogna preoccuparsi che un quadro rimanga così com’è, quanto piuttosto che lasci dei germi, che sparga semi da cui nascano altre cose. Joan Mirò

 “Ciò che conta non è un’opera, ma la traiettoria dello spirito nell’arco di un’intera vita, non quello che si è fatto nel corso di essa, bensì ciò che essa lascia intravedere e permetterà che altri facciano in una data più o meno lontana.” Joan Miró

 “Un quadro non si finisce mai, e nemmeno si comincia; un quadro è come il vento: qualcosa che cammina sempre, senza fermarsi” Joan Mirò

"Si vuole sempre che l'immaginazione sia la facoltà di formare le immagini. Ora, essa é piuttosto la facoltà di deformare le immagini fornite dalla percezione, essa é soprattutto la facoltà di liberarci dalle immagini prime, di cambiare le immagini.

Se non c'é cambiamento di immagini, unione inattesa delle immagini, non c'é immaginazione, non c'é azione immaginante.

Jean-Jacques Wunenburger, in Imagination onirique et transfiguration artistique (2001) parla della creazione di immagine come di una trasfigurazione, una specie di Pasqua estetica, per cui la figura (come il Cristo)lascia vuoto lo spazio visibile della tomba, per risorgere come corpo immateriale". Bachelard