martedì 8 marzo 2011

1074 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1074 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento 

IL DILUVIO. L'abbassamento delle acque. "Dio si ricordò di Noé, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono.

Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. Nel settimo mese, il diciassette del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. Le acque andarono viva via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.

Trascorsi quaranta giorni, Noé aprì la finestra che aveva fatta sull'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra.

Noé poi fece uscire una colomba per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra.

Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sè nell'arca. Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca, e la colomba tornò a lui sul far della sera ; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. 

Noé comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui". Genesi 8, 1-11

Profilo storico e devozionale della Sindone 6, Padre Felice Artuso
Nel 1453 Margherita di Charmy, figlia di Goffredo II, affida la Sindone ai duchi di Savoia. 

Essendone i legittimi proprietari, essi la trasferiscono a Chambéry nella cappella del loro castello. 

Piegata in più parti. la mantengono dentro un reliquiario di legno. 

Talvolta ne ordinano l’esposizione, perché i cristiani contemplino Gesù nella sua massima donazione, umiliazione e annientamento mortale. 

Trasportano anche la Sindone in varie città del loro ducato. 

Esposta alla vista del pubblico, la bellezza originaria delle sfumate impronte attrae tutti. I pellegrini vi scorgano un segno tangibile dell’infinito amore del Signore, un suo concreto invito ad amare oltre ogni limite e un’ammonizione a non farsi schiavi del male, che travolge qualsiasi persona. 

L’incendio del 1532, sviluppatosi nella Santa Cappella di Chambery, arreca un danno irreparabile alla Tela: la cassa arroventatasi le imprime due ampie righe nere parallele; una goccia d’argento bollente le brucia e perfora gli strati sovrapposti.

Per abbreviare il pellegrinaggio dell’illustre San Carlo Borromeo, devoto della Passione del Signore, nel 1578 Emanuele Filiberto di Savoia trasferisce la Sindone a Torino, nuova capitale del ducato. 

Nel 1694 il duca, Vittorio Amedeo II, pone la reliquia nella monumentale Cappella, progettata dall’architetto Guarino Guarini. Attenendosi alla loro tradizione, i reali savoiardi permettono l’ostensione della Sindone nelle feste di famiglia e nei giubilei. 

Rafforzano così i sentimenti di profonda intesa, affetto, stima e fraternità. 

Umberto II di Savoia, ultimo re d’Italia, muore nel 1983 e nel suo testamento dona la Sindone alla Santa Sede. 

Su discernimento di Giovanni Paolo II, il segretario di Stato, Agostino Casaroli, affida la custodia della Sindone al Card. Atanasio Agostino Ballestrero, arcivescovo di Torino. 

Per proteggerla da vari pericoli di deformazione e distruzione, è ora conservata in una teca di vetro antiproiettile, a cui viene garantita una costante temperatura.
Segue

Padre Felice Artuso

"Di fronte alla capacità produttiva-distruttiva della tecnica vanno cadendo tutti i limiti che in passato, come inderogabili leggi, erano stati posti all'azione dell'uomo : La legge di Dio, la legge naturale, la legge morale.

La tecnica oltrepassa ogni limite e diventa sempre più invenzione di un mondo nuovo che si libera dal vecchio: La capacità tecnica di inventare il nuovo, la quale é ben altro dalla capacità di inventare nuove immagini del Mondo.

E' la stessa capacità di distruggere radicalmente il mondo vecchio". Severino