giovedì 5 maggio 2011

1132 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1132 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento

Il cuore trafitto di Gesù (Gv 19,31-37) di Padre Felice Artuso


L’ultimo colpo di lancia.

La durata in vita dei crocifissi variava secondo la costituzione fisica di ognuno.

I più deboli morivano in fretta, mentre i più robusti agonizzavano per alcuni giorni.

Si accelerava talvolta il loro spegnimento, spaccando a ciascuno le tibie con un colpo di mazza.

Sospesi unicamente alle braccia, non riuscivano a sollevarsi per aspirare nuovo ossigeno e quindi decedevano per asfissia. 

Tenendo presente questi aspetti, possiamo comprendere il racconto dell’evangelista Giovanni. I giudei celebravano la Pasqua, se avevano sepolto i loro morti. Alcuni di loro vanno quindi da Pilato e gli chiedono che siano spezzate le gambe ai tre crocifissi, per procedere alla loro sepoltura prima del tramonto del sole e prima dell’inizio della solennità pasquale. 

Il prefetto romano accetta la richiesta dei giudei.

Ordina ai suoi soldati di salire sul Golgota e di rompere le gambe ai tre giustiziati. Essi eseguono l’ordine del loro capo. Si recano sul luogo delle crocifissioni. Spezzano le gambe ai due malfattori accanto a Gesù. Vedendo che Egli non dà più alcun segno di vita, ritengono superfluo spaccargli le gambe. 

Per accertarsi che è veramente morto, un soldato prende la propria lancia e nello spazio di una costola vibra un colpo dalla destra verso la sinistra. 

La lama sottile a forma di foglia trafigge l’orecchietta destra del cuore di Gesù. Dallo squarcio del pericardio esce quindi un’abbondante quantità di sangue e di siero.

Gli artisti cristiani più antichi si attennero all’evento storico.

Riprodussero le immagini dei crocifissi, che hanno la ferita del costato al lato destro.

L’Uomo della Sindone ha nel quinto spazio intercostale destro una ferita di lancia larga quattro centimetri e mezzo. 

Presenta una copiosa colatura di sangue e di siero, fuoriuscita dopo la morte. I cristiani diedero un nome al saldato che ferì Gesù. Lo chiamarono Longino, dal greco ‘lonkhé’ (lancia). Lo reputarono inoltre uno dei primi convertiti al Signore. 

Attenendosi ad un’antica tradizione, i greci ortodossi gli tributano il culto di martire e nella Basilica del Santo Sepolcro custodiscono un cappella, dedicata a lui.

Una fantasiosa leggenda occidentale e medievale attesta che Longino sarebbe nato a Lanciano. Altre fonti accennano alla lancia, venerata a Gerusalemme, trasportata a Costantinopoli «in occasione delle processioni solenni precedeva il Basileus (imperatore), insieme alla Croce imperiale decorata in oro» . 

Nel 1492 il sultano Bayzid II donò la lancia al papa Innocenzo VIII ed egli stabilì che fosse custodita nella Basilica di San Pietro, assieme ad altre reliquie della passione . (Continua)

Padre Felice Artuso


LA TRAVERSATA DELLE ALPI DI STEFANO ARMELLIN
Da San Martin de Vesubie alle Tre Cime di Lavaredo, percorso svolto dal 30 giugno al 12 agosto 1991 in 44 giorni :

33 di 44 giorni. 1 agosto 1991. Col Jorio (m slm 2014); Rifugio Giovo (m slm 1710); Via dei Monti Lariani numero 4, Lago di Como, Gravedona.

Dietro un fiume di parole, leggo gli anni che passano sulle rughe del viso di ogni persona che incontro. Anche quella del bambino é una corsa verso la morte.

Dietro le parole c'é il dramma della vita che nessuno può fermare.

Si fanno delle cose giuste e sbagliate, si lavora per l'avvenire delle future generazioni e per la tutela dell'ambiente che ci ospita. Eppure, dietro i grandi ideali e le grandi opere, possiamo scorgere quel velo di smarrimento che é la tristezza della fine personale.

Anche nelle difficoltà del vivere quotidiano, leggo nel volto delle persone la gioia di vivere, e come sarà dura per i più, dire addio un giorno, dietro fiumi di parole, a questa nostra Santa Vita.

Metto la tenda vicino a una chiesa 
nel Lago di Como esplode uno spettacolo pirotecnico
l'estate continua...

Segue

Stefano Armellin