domenica 17 agosto 2008

136 di 2013; L'atomica, Gesù e Giuda

Stefano Armellin con il pezzo 136 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo: L'atomica, Gesù e Giuda "non vi è illusione più grande della convinzione che il linguaggio sia un mezzo di comunicazione fra gli uomini". Canetti.
L'atteggiamento di Gesù verso Giuda di Padre Felice Artuso

Gesù si accorge che Giuda sta divenendo un discepolo arrogante, inquieto, indocile e ipocrita. 


Soffre costatando che si oppone alle sue ricorrenti istruzioni. 

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, lo definisce un diavolo (Gv 6,70). 

Tuttavia non lo umilia mai. 

Ricorre anzi ad una sequenza di gesti affettuosi, per distoglierlo dalle sue ambizioni e per ricondurlo sulla via della salvezza.

Nell’ultima cena accetta che gli stia accanto e mangi assieme. 


S'inginocchia anche davanti a lui e gli lava i piedi (Gv 13,11-13). 

Gli offre un segno di amicizia e di comunione, ponendo sulle sue labbra un boccone di pane, bagnato nella salsa (Gv 13,26). 

Vedendo che persiste nel rovinoso indurimento, si turba profondamente e con uno stile profetico annuncia ai discepoli, che è giunto il momento in cui viene tradito da uno di loro (Mc 14,17; Lc 22,21; Gv 13,21). 

Precisa poi che chi lo tradisce si oppone al progetto salvifico di Dio: «Guai a colui dal quale il Figlio dell'Uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!» (Mt 26,24).

Gli apostoli si turbano, pensando che uno di loro si schiera contro Gesù. 


Esaminano la loro coscienza, per accertare se li accusa di aver peccato. Non trovandovi alcuna colpa, temono di aver sbagliato il loro esame e gli chiedono: «Sono forse io, Signore?» (Mt 26,22).

Giuda, consapevole del suo intento, si uniforma all’incertezza dei discepoli e sfotte Gesù, ripetendo la domanda degli altri: «Rabbì, sono forse io?». Senza farsi accorgere, egli risponde a lui: «Tu l'hai detto» (Mt 26,25).

Chiarito l’equivoco, lo sollecita di concludere alla svelta quanto intende compiere: «Quello che devi fare fallo presto» (Gv 13,27). Lascia quindi che esca dal cenacolo illuminato, si immerga nelle tenebre della notte e diventi uno schiavo del demonio.

Nell'Orto degli Ulivi aspetta Giuda, che gli va incontro. Lo abbraccia, lo bacia con tenerezza, risponde al suo saluto (Mt 26,49), lo chiama esplicitamente per nome e gli osserva che sta profanando l'amicizia: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'Uomo?» (Lc 22,48). 


Io potevo essere sequestrato dai miei avversari senza il tuo bacio. 

Considera la gravità e le conseguenze del tuo gesto sacrilego. 

Ti ho sempre amato e ti ho trattato da amico come ho fatto con gli altri peccatori. 

Riconosci che sei un discepolo infedele e spregevole. Ravvediti, finché ti rimane un briciolo di tempo (Gv 17,12). 

Riaccendi in te la fiammella della speranza. 

Giuda non ascolta Gesù, che continua a dargli segni di amore, di perdono e di pronta accoglienza. Non capisce che egli va incontro alla morte per liberarlo dal peccato e per impedirgli la rovina eterna.

Padre Felice Artuso