Stefano Armellin con il pezzo 183 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Santa Maria e l'Apocalisse "Amare come Maria. L'Amore è l'anima di tutte le cose. Non c'è servizio senza Amore. Le nostre vite, come quella di Maria, consistono unicamente nell'aprirci all'Amore di Dio, nell'irradiare e nel trasmettere questo Amore attraverso i nostri pensieri, tutte le nostre parole, tutti i nostri atti. Come la vita di Maria che consiste nell'amare sempre, nell'amare tutti, nel rendersi oblazione perfetta". Padre Giovanni Salerno
"APOCALISSE...E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: infatti il primo cielo e la prima terra sono scomparsi, e il mare non c'è più. E vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, preparata come sposa ornata per il suo uomo.
E udii una voce grande dal trono, che diceva: ecco la dimora di Dio con gli uomini! egli abiterà con loro, ed essi saranno il suo popolo, e Dio stesso sarà con loro il loro Dio, e asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né lutto, né lamento, né dolore ci sarà più: perché le cose di prima sono passate". Sergio Quinzio, Op.Cit. pp. 815
"Il principio della collimazione degli opposti valse a tutte le scale di grandezza : corporeo e spirituale, vita e morte, stabile e diveniente, essere e destino, ma anche, dacché l'architettura era arte di governo, in rapporto con situazioni in atto, politiche e religiose.
Cominciò proprio con Michelangelo la fondamentale politicità dell'architettura e, con essa, l'impegno di significare, comunicare, influire sulle coscienze.
Il pensiero umanistico instaurò un concetto e una prassi di religiosità laica di cui la Chiesa dopo l'iniziale diffidenza, s'avvide di non poter fare a meno...
Spiegò Simmel che tutto il pensiero visualizzato di Michelangelo fu sofferto contrasto tra il regno delle realtà terrene e quello delle ultraterrene...la poesia fece parte del sistema michelangiolesco delle arti con funzione di verifica e di ricerca strutturale...
l'amore sensuale o intellettuale o mistico che fosse, era il principio motorio di tutta la poesia michelangiolesca..."Ogn'ira, ogni miseria e ogni forza chi d'amor s'arma vince ogni fortuna" Michelangelo
Molte volte lo scrisse: l'apprensione sensoria doveva superarsi ma non reprimersi ; renderla più intensa significava darle un di più d'umanità d'umanità che meglio permetteva di captare gli arcani segni del divino nel Mondo.
Michelangelo pregava Dio di far del suo "corpo tutto un occhio solo", ghiotto d'ogni meraviglia del creato...l'architettura di Michelangelo doveva essere forzuta, poderosa, titanica e demiurgica...Intuì che in quel tutt'altro che gratuito ornato scorrevano un flusso fisico e spirituale, un impulso di prescelta rinuncia e offerta, una goduta o sofferta esperienza del Mondo che veniva restituita, con la purezza d'una litania visiva, al suo primo fattore...". Op.Cit.
|