lunedì 1 dicembre 2008

243 di 2013 ; Antico/Nuovo

Stefano Armellin con il pezzo 243 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Antico/Nuovo : " Ogni movimento parla a nome dei valori contro l'ipocrisia, contro i compromessi. L'Italia è un Paese capitalistico che continua ad avere una cultura politica anticapitalistica. Tutti si lamentano dell'invadenza della politica, dell'inefficienza dell'apparato dello Stato. Però, intimamente diffidano del mercato e ripongono la loro fiducia proprio nello Stato. Vediamo così riprodursi spontaneamente dal basso uno dei mali maggiori del sistema politico e della pubblica amministrazione italiana. L'incapacità di commisurare razionalmente i mezzi ai fini, l'incapacità di portare a termine un progetto riformatore. C'è la dichiarazione enfatica, retorica, roboante, e poi la palude dell'inefficienza, la furbizia individuale, il nulla". Francesco Alberoni 1990


"All'alba del XX secolo ci si trova ormai di fronte a un imponente sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti...La facilità delle comunicazioni ha prodotto una crescita corrispondente delle relazioni economiche, il mercato europeo si estende su tutta la terra, le grandi nazioni possiedono colonie sino agli antipodi e la loro politica diviene ormai mondiale.

Per queste e altre ragioni le nazioni sono obbligate a unirsi e a collaborare su infiniti problemi e si citano la convenzione di Bruxelles sul regime degli zuccheri...Un progetto può imporsi se un ente internazionale lo accetta e lo promuove...-il meglio é nemico del bene-. L'attuale successo dell'inglese nasce dalla somma della espansione coloniale e mercantile dell'impero britannico e della egemonia del modello tecnologico statunitense...Negli ultimi anni...la frammentazione linguistica non viene più sentita come un incidente a cui porre riparo, ma come uno strumento di identità etnica e un diritto politico, qualcosa a cui tornare anche a costo di una guerra civile.

Oggi la California sta sempre più diventando uno stato bilingue (inglese e spagnolo) e New York la segue da presso. Si tratta di un processo probabilmente inarrestabile...Se pure una LIA fosse una esigenza imprescindibile, una assemblea mondiale che non é ancora riuscita ad accordarsi sui modi urgenti per salvare il Pianeta dalla catastrofe ecologica, non sembra disposta a sanare in modo indolore la ferita lasciata aperta da Babele.

Ma il nostro secolo ci sta abituando a tali processi di accelerazione di ogni fenomeno da sconsigliare ogni facile attività profetica...Non si può essere un grande poeta scrivendo in una lingua parlata da pochi milioni di persone che vivono in un Paese (quale che esso sia) che é rimasto per secoli ai margini della storia.

Una lingua si arricchisce e si irrobustisce dalle molteplici vicende extralinguistiche che le accade di esprimere, contatti con altre civiltà, esigenze di comunicare il nuovo, conflitti e rinnovamenti del corpo sociale che la usa.

Se abbiamo un Popolo che vive ai margini della storia, dai costumi e dal sapere immutabili per secoli, la sua lingua, rimasta immutabile, estenuata sui propri ricordi, irrigidita nei suoi rituali centenari, non potrà offrirsi come strumento sensibile a un nuovo grande poeta...Il problema della cultura europea del futuro non sta certo nel trionfo del poliglottismo totale...ma in una comunità di persone che possano cogliere lo spirito, il profumo, l'atmosfera di una favella diversa...La lingua madre non era una lingua unica, bensì il complesso di tutte le lingue...". Umberto Eco