Titolo : Preghiera " Dobbiamo convincerci, nonostante ogni contraria apparenza, che la pace è possibile. La speranza cristiana non può dubitarne. Ad Assisi intendiamo pregare soprattutto per le martoriate popolazioni delle terre balcaniche, segnate da incredibili violenze, che vanificano ogni tentativo di intesa e di pacificazione. Ci sorregge la consapevolezza che la Preghiera è l'arma della Pace". Giovanni Paolo II 3 gennaio 1993
L'incontro di Assisi ha voluto essere una richiesta di perdono a Dio per il peccato della guerra in atto nei Balcani...La Civiltà Cattolica
L’istituzione eucaristica b di Padre Felice Artuso
Dopo la cena Gesù prende il terzo calice di vino rosso. Elevatolo, ringrazia nuovamente Dio, elargitore di doni. Consegna poi il calice di vino ai discepoli e ne precisa il senso. Alludendo al quarto canto del Servo sofferente (Is 53,1ss), asserisce: «Questo è il mio sangue dell’alleanza versato per molti, in remissione dei peccati» (Mt 26,28).
Le alleanze si sancivano con i sacrifici e l’aspersione del sangue (Gn 15,9ss; Es 24,6-8). Gesù effonde il suo sangue, per inaugurare la nuova alleanza tra Dio e gli uomini, nonché per preparare i suoi discepoli al glorioso banchetto del cielo.
Anticipa nel rito il suo sacrificio, che compirà sul Calvario (Mt 14,19; 15,36). Ordina quindi ai discepoli di assumere il vino, di gustarlo e di ripetere nel corso della loro vita i suoi gesti e le sue parole, per condividere la sua offerta sacrificale: «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,25).
Ripresentate la mia consegna sacrificale al Padre e associatevi alla mia immolazione, offrendo a lui il vostro corpo.
I discepoli non comprendono che Gesù istituisce il sacramento eucaristico, nel quale li associa alla sua morte cruenta e li introduce nella nuova ed eterna alleanza.
Terminati i giorni pasquali e illuminati dall’effusione dello Spirito Santo, capiscono che nell’ultima cena egli ha connesso il pane spezzato al suo corpo, che sarebbe stato crocifisso; comprendono anche che ha congiunto il calice di vino al suo sangue, che avrebbe versato prima di morire .
Pertanto nelle assemblee domenicali mangiano assieme con letizia e, consumato il pasto, celebrano l’Eucaristia, in cui lodano Dio per i suoi benefici e proclamano la morte e la risurrezione di Gesù.
Riconoscono che l’Eucaristia sostituisce i sacrifici dell’antica alleanza (Mal 1,11), rende presente il Signore, che vive glorioso, e attua queste sue parole: «Io sono il buon pastore. Il pastore dona la sua vita per le pecore» (Gv 10,11).
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Padre Felice Artuso Direttore spirituale Gruppo Stati Uniti del Mondo