Stefano Armellin con il pezzo 435 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Dio "Perchè noi non sappiamo neanche cosa significhi Dio.
Cosa significa Dio ?
E' lui che ci dice che pregare è fare giustizia...ma sapete qual è la cosa più grave ?
è la nostra incoscienza, un popolo che non reagisce, qualunque cosa succede, non reagisce più;
non gli interessa, come se si fosse dato per vinto, come dire: non c'è più nulla da fare...
soltanto colui che prende coscienza, quello che prende coscienza e riflette, giorno e notte e non si dà per vinto, solo costui porterà grande frutto...
non è tanto il miracolo che ti salva, a salvarti sarà la tua Fede".
David Maria Turoldo.
Perciò il Poema visivo del XXI secolo al quale ho dedicato la vita, è pure un atto poetico per riportare il Cristianesimo nella cristianità, e quando questo obiettivo sarà raggiunto, il Poema visivo potrà dirsi compiuto. Stefano Armellin
"E nella pratica, io ho trovato buona gente da per tutto, anche per convivere : tanto che ora, di niente sono meno in pena che di trovar buona gente quella con cui debbo o dovrò avere a fare. Io credo che la bontà negli uomini sia men (4331) rara assai che non si crede :
anzi, che abitualmente quasi tutti sieno buona gente. E credo che per trovar buona gente da per tutto e senz'altri esami, non bisogni altro che esser buon uomo esso, ed aver buone maniere ( 10 agosto 1828).
E credo che i cattivi sieno assai più rari che i buoni uomini, purché non si chiamino cattivi (come si fa sempre) quelli che trattano male noi perché noi trattiamo male o indiscretamente loro; perché non vogliamo, o non sappiamo (cosa frequentissima) trattarli bene.
Col perfezionamento della società, col progresso dello incivilimento, le masse guadagnano, ma l'individualità perde: perde di forza, di valore, di perfezione, e quindi di felicità: e questo é il caso de' moderni considerati rispetto agli antichi.
Or dunque il perfezionamento dell'uomo é quello de' cappuccini, la via della penitenza". Giacomo Leopardi, 5 settembre 1828, dallo Zibaldone di pensieri
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