mercoledì 27 gennaio 2010

668 di 2013 ; Gerusalemme in vista

Stefano Armellin con il pezzo 668 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Gerusalemme in vista " ...Infatti, dalla creazione del Mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da Lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perchè, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. 

Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poichè essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen".
San Paolo, lettera ai Romani, 1,20-25
"...Dev'essere una rivoluzione del cuore. Il nostro atteggiamento verso la vita dev'essere cambiato dalle fondamenta. Dobbiamo salire a un altro livello, un livello dal quale sia possibile contemplare il Mondo intero con un solo sguardo. E' necessaria una visione del globo che comprenda tutti coloro che vi abitano, a incominciare dai più primitivi". Henri Miller

Anche per questo colpo d'occhio sul Mondo, precisamente sull'anima del Mondo, serviva il Poema visivo del XXI secolo di Stefano Armellin

"I processi culturali occupano più tempo dei processi produttivi ed organizzativi e richiedono una maggiore perseveranza". J.Tinbergen

"In politica estera il coraggio e il successo non sono legati tra loro  da un rapporto casuale; l'uno equivale all'altro". Bismark

Aspetto biblico del matrimonio c di Padre Felice Artuso
Gesù racconta ai sadducei di Gerusalemme delle parabole in cui illustra i vari aspetti del Regno dei Cieli, da Lui inaugurato. 

In una parabola parla di un Re, che invita la gente a partecipare al banchetto nuziale di suo figlio. Alcuni si mostrano stupidi e ingrati: rifiutano l’invito e si dedicano ai loro affari. Altri invece colgono l’offerta del pranzo ed entrano nella sala dove trovano una lieta assemblea. Dal racconto traspare che il Re rappresenta Dio Padre, lo sposo raffigura Gesù, gli invitati al pranzo simboleggiano i destinatari del Vangelo. Se acconsentiamo all’annuncio evangelico, abbandoniamo i nostri progetti e ci uniamo alla gioiosa festa di Gesù, sposo della nostra umanità (Mt 22,1-14; Lc 14,15-24).
 
Egli rende più visibile il suo amore sponsale, quando si consegna nelle mani degli uomini, sale sul Calvario, si stende sul talamo della Croce e si lascia affiggere al legno. Sospeso tra cielo e terra, agonizza, si immola, versa tutto il suo sangue, muore e poi risorge. 

Nel suo passaggio pasquale ci purifica, santifica, potenzia, allieta e prepara al banchetto nuziale del Cielo, dove saremo tutti in Dio (Ef 5,25-27; Ap 22,17). 

Bussa adesso alle porte delle nostre coscienze, aspetta che ci apriamo a Lui (Ap 3,20) e ci chiede di curare le ferite spirituali e sociali del prossimo. Spetta a noi riconoscere che siamo amati dal Signore, nostro sposo. Sperimentando i vantaggi del suo amore per noi, lo ringraziamo, onoriamo, lodiamo, invochiamo e attendiamo che ci adorni di gloria immortale (Ap 21,2).
 
Gesù manifesta specialmente il suo amore divino e sponsale ai coniugi. 

Nell’oblazione della Croce e nella risurrezione «svela interamente quel disegno che Dio ha impresso nell’umanità dell’uomo e della donna fin dalla loro creazione» (FC 13). 

Sublima l’amore coniugale, imprimendovi dignità, piacevolezza e stabilità. 

Elegge i coniugi cristiani ad essere un’icona del suo amore per il popolo, che sta conducendo alla piena redenzione. Li costituisce emblema della sua morte cruenta e della sua gloriosa risurrezione. Li eleva a segno efficacie del suo amore illimitato, fecondo e salutare. 

Rimanendo continuamente presente a loro, li rende partecipi della nuova alleanza, li rinnova, li abbellisce nel loro intimo e li prepara alla comunione delle nozze eterne (Ap 20,7-8). Uniti fortemente a Lui, gli sposi cristiani riescono ad amarsi, aiutarsi, operare e camminare verso il traguardo delle nozze eterne (1 Pt 3,7; Tt 2,3-5). segue

Padre Felice Artuso