La trasformazione dinamica michelangiolesca non lascia più intendere, al di fuori dell'enorme cubatura della cupola questa confluenza da fermo dello spazio dell'immenso contenitore...la sua struttura spaziale si coagulava nell'enorme cupola come avviene nel Pantheon...lo spazio esterno rifluiva direttamente sull'interno in un unico blocco". Cesare Brandi
I martiri antichi e recenti di Padre Felice Artuso
Le accuse di reato e i metodi di punizione variano secondo i periodi storici e le zone geografiche.
Ne diamo un breve resoconto.
Alcuni imperatori romani ritengono un grave delitto professare la Fede cristiana, non essendo stata riconosciuta da loro. Sfavorevoli alla libertà di espressione, emanano ordinanze repressive contro i cristiani di ogni ceto sociale.
I magistrati decidono l’arresto dei trasgressori delle prescrizioni statali. Nei processi pubblici o privati accusano i cristiani di proselitismo. Per indurli all’apostasia, inventano promesse lusinghiere o autorizzano gli aguzzini di torturarli. Accertata la loro fedeltà a Gesù Cristo, li dichiarano dei folli e li condannano a un supplizio mortale come la scorticazione, la crocifissione, la decapitazione, la cremazione o la consegna al pasto delle belve.
Ascoltata la sentenza di morte, proferita dal loro giudice, i condannati ringraziano privatamente Dio, per averli stimati degni di glorificarlo con l’effusione del sangue.
Senza protestare, si lasciano condurre al supplizio come agnelli destinati al macello.
Nel loro cammino verso la morte sono certi che il Signore li accompagna e li unisce al suo esodo pasquale. La martire Felicita risponde, infatti, al giudice che dubitava sulla sua capacità di sopportare i tormenti del martirio: «Ora sono io che soffro quello che soffro; là sarà in me un Altro che soffrirà per me, poiché anch’io soffro per Lui» .
Non conosciamo tutti i nomi dei martiri, che si sono immersi nel battesimo di sangue (Lc 12,50; 1 Gv 5,6), per rimanere fedeli al Vangelo di Gesù Cristo e per promuovere un Mondo nuovo.
Gli Atti dei Martiri, «archivi della Verità scritti a lettere di sangue» (CCC 2474), menzionano solo le donne e gli uomini più conosciuti al pubblico o quelli che si distinsero maggiormente nelle fasi del loro martirio.
Nel periodo della grande espansione islamica si consolidano dei regimi, che non tollerano il pluralismo religioso. Costoro denunciano quindi i cristiani di apostolato evangelico o di apostasia musulmana. Ritenendoli un’insidia maligna, li eliminano mediante questa pluralità di forme: lapidazione, scorticamento, impiccagione, sgozzamento, crocifissione, decapitazione e fucilazione.
Profanano anche i loro luoghi di culto e devastano le loro opere artistiche. Eredi di un forte influsso manicheo, si considerano gli unici giusti, degni della gloria paradisiaca.
Alcuni dittatori medioevali, temendo gli avversari di qualsiasi indole, li costringono di cambiare opinioni e abitudini. Non ottenendo rassicuranti adesioni, li imprigionano, li condannano a morire in carcere o in pubblico e ordinano la distruzione delle loro case e dei loro oggetti di culto. Segue
Padre Felice Artuso