Attesa. Sto terminando intanto il bel libro di F. Furet : il passato di un'illusione, l'idea comunista nel XX secolo, che ho abbinato a : Est di Volcic. Entrambi mi servono per inquadrare meglio questo secolo e calibrare così con sempre maggiore precisione l'Opera.
Stefano Armellin, mercoledì 4 febbraio 1998
Gesù Cristo è testimone, guida e modello b di Padre Felice Artuso
Coinvolti negli eventi pasquali, gli apostoli annunciano al popolo le grandi opere, che Gesù ha compiuto. Trasmettono specialmente alla gente il suo insegnamento e la informano sul Suo ritorno ala vita del Padre (Mc 16,20).
Adempiendo la loro missione di testimoni del Signore, ottengono una crescita numerica di credenti in Lui.
All’ampio consenso pubblico sperimentano nondimeno tensioni, insulti, disprezzi, disonori, ingiurie, rotture, esclusioni, imprigionamenti, fustigazioni, processi e condanne a morte, perché s’imbattono con persone, che tendono a conservare il loro prestigio politico, religioso ed economico .
Il diacono Stefano è il primo martire cristiano, che subisce la lapidazione, per aver dichiarato nella sinagoga ellenistica che Gesù, morto e risorto, completa la rivelazione divina, iniziata nel periodo dei patriarchi (At 7,58; 8,1).
L’apostolo Paolo, il più celebre dei convertiti giudei al Signore, accenna a intimidazioni, aggressioni, percosse, flagellazioni e arresti (2 Cor 11,23-26). Soffre più degli altri apostoli ostilità e molestie, perché annuncia la gloriosa risurrezione di Gesù (1 Ts 3,3-4).
Mentre si intrattiene nel sacro tempio di Gerusalemme, i suoi connazionali, vittime dell’invidia e della gelosia, tentano persino di ucciderlo (At 26,21).
Nel tribunale ebraico non si difende, né inveisce contro i suoi giudici. Si limita solo a chiarire i motivi, che lo inducono a respingere le loro erronee opinioni e a invocare su di loro la benedizione di Dio.
Accetta pertanto la disgustosa detenzione e si appella al giudizio dell’autorità civile (At 22,1ss).
Dalla protratta prigionia ricava poi questa conclusione di valore universale: «Tutti coloro che vogliono vivere pienamente in Cristo saranno perseguitati» (2 Tm 3,12).
Condannato all’ingiusta decapitazione, attende il martirio come una liturgia sacrificale che gli permetterà di passare alla gloria del Signore (2 Tm 4,6).
Nel secolo II san Policarpo vescovo di Smirne attribuisce il nome di martire ai cristiani, perseguitati, torturati, giudicati e condannati a una morte dolorosa, per aver perseverato nella loro testimonianza in Gesù, vittorioso sul male e vivente in eterno. Segue
Padre Felice Artuso