Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo / e un sasso d'inciampo; / ma chi crede in Lui non sarà deluso". San Paolo, Lettera ai Romani, 9, 25-33
I fenomeni mistici e le stimmate, di Padre Felice Artuso
Gli uomini hanno un naturale desiderio di vedere Dio, percepire la sua misteriosa presenza, ampliare le nozioni sulle sue perfezioni, configurarsi totalmente a Lui e superare la loro limitatezza.
Dio esaudisce gli aneliti di coloro che, sani di mente, cercano di immergersi in Lui, di sperimentare la sua bellezza e di custodirlo nel proprio intimo.
Egli entra in loro, che sembrano degli esseri inutili, inefficienti e scomodi. Negli intrattenimenti conversa con loro, rendendoli un eloquente segno di riscatto e di affinamento spirituale.
Talora permette anche a loro improvvisi rapimenti dei sensi, meravigliose visioni intellettive e audizioni interiori che li uniscono più saldamente a Lui e procurano un’incantevole conoscenza del suo mistero.
Secondo i racconti della storia sacra Dio ordina al docile Abramo di andare verso una meta, che gli preciserà: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tua padre, verso il paese che io ti indicherò» (Gn 12,1).
In seguito lo consola con alcune promesse e lo colma di gioia, donandogli l’ambita discendenza (Gn 15,5; 21,1-2). Dio si rivela poi a Giacobbe, desideroso di protezione e gli promette: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io sarò di te un grande popolo» (Gn 46,2).
Tramite parole e segni imponenti istruisce i profeti, perché essi comprendano il suo progetto salvifico. Illuminati e trasformati da Lui, essi infondano fiducia al popolo eletto, lo distolgono dalle loro schiavitù e lo preparano ad accogliere il tempo messianico.
Evochiamo i più importanti eventi divini. Dio si fa presente a Mosè nel segno di un roveto come anche nella nube che lo avvolge. Conversa direttamente con lui, inoltre nella tenda del convegno, gli comunica che sta con gli indigenti e gli afflitti (Es 3,1ss; 19,14ss; 33,11).
Con serenità e gioia Mosè testimonia al popolo d’aver trovato grazia presso Dio e il popolo non riesce a fissarlo nel volto, perché emette una luce raggiante.
Intuisce che il fulgore della sua pelle non dipende da una bruciatura solare, bensì da un evento trascendente, rassicurante e incoraggiante (Es 34,29-35).
Dio si manifesta più volte ad Amos, dialoga con lui e gli trasmette la sua volontà (Am 7,1,ss: 8,1-5). Nell’ultimo intervento gli ordina di distruggere l’idolo, posto nel santuario di Betel (Am 9,1).
Durante una celebrazione liturgica nel Tempio di Gerusalemme Dio si rivela a Isaia nella sua incomparabile sovranità e santità. Gli affida quindi l’incarico di trasmettere al popolo d’Israele l’emozionante visione e comunicazione.
Senza tergiversare Isaia diviene un immediato e un entusiasta garante della santità di Dio (Is 6,1-6). Segue
Padre Felice Artuso