giovedì 14 ottobre 2010

928 di 2013 ; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 928 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013



Titolo : Il Secondo Avvento. "Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto : gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me.

Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perchè in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perchè con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo". San Paolo, Lettera ai Romani, 15, 1-6

"222. Non vediamo l'occhio umano come un ricevitore; l'occhio non sembra lasciar entrare qualcosa, ma sembra mandar fuori qualcosa. L'orecchio riceve; l'occhio guarda. (Lancia sguardi, lampeggia, brilla, s'illumina).

Con gli occhi si può minacciare, non con le orecchie o con il naso. 

Se guardi l'occhio, vedi qualcosa che ne esce. 

Vedi lo sguardo dell'occhio. 

223. Se soltanto ti liberassi dai tuoi pregiudizi fisiologici, non troveresti nulla di strano nel fatto che si possa vedere anche lo sguardo dell'occhio. Dico persino che vedo lo sguardo che getti nell'altro...

255.Come si può imparare la verità pensando ? proprio come si può imparare a veder meglio un volto, disegnandolo". Ludwig Wittgenstein

"Italia del Nord : metà degli uomini politici ivi compresi importanti ministri, grandi imprenditori celebri registi sono in prigione o rischiano di andarvi. E il processo alla classe dirigente come avverte il giudice Colombo, è solo agli inizi...". Francesco Alberoni 1992

"Una lingua s'impone per ragioni economiche o politiche e non per volontà individuali. L'importante comunque, sta nel sapere che l'Europa deve necessariamente diventare poliglotta...

La distanza finisce per troncare tutti i rapporti...

Temo per l'Europa e per il Pianeta. 

Non penso di vivere nel migliore dei mondi. Molte cose mi preoccupano. In primo luogo l'inquinamento...

Ci troviamo a un bivio. 

O torniamo al 1914, con degli Stati nazione aizzati gli uni contro gli altri, oppure costruiamo un'Europa capace di scendere a patti con il plurilinguismo...

L'Europa sarà un'Europa di viaggiatori o non sarà...

Molti prodotti del progresso non funzionano. L'aereo crea dei problemi ma è indispensabile, mentre posso perfettamente concepire una civiltà senza macchine. 

Giunto oltre una certa soglia, il progresso consiste nell'eliminazione delle macchine, soprattutto nelle città". 
Umberto Eco 1992

L’impressione delle stimmate visibili e invisibili 4, di Padre Felice Artuso
Santa Rita (Margherita) da Cascia (1381-1457) sposa e madre, rimane sola per il decesso del marito e dei due figli gemelli. Libera dai legami familiari, ravviva il desiderio giovanile di farsi monaca. 

Si reca dalle vicine Suore Agostiniane e domanda alla superiora di accoglierla nel monastero. Non ottiene il permesso sperato, essendo vedova di un uomo odiato e assassinato. 

Per tre volte torna a bussare, convinta di vincere il fermo rifiuto della superiora. Si presenta a lei con mitezza e riesce a suscitarle simpatia. Entra così nel monastero ed emessa la professione religiosa, s’impegna a osservare la regola di Sant’Agostino. 

Coltiva in particolare una tenera e gioiosa devozione alla passione del Signore. Adorna anche la sua stanza con una raffigurazione del Calvario e del Sacro Sepolcro. Il venerdì Santo del 1442 partecipa alla consueta liturgia, ode una fervente meditazione sulle sette parole di Gesù in Croce e s’infiamma di divino amore. 

Ritiratasi, sosta davanti a Gesù in Croce e lo supplica di concederle una piena partecipazione ai suoi patimenti. 

All’improvviso sente conficcarsi sulla fronte una grossa spina. 

Non si spaventa, perché reputa che la traumatica puntura è un prezioso dono di Dio. Le monache si sgomentano, vedendola insanguinata sulla fronte, ma lei preferisce tacere, pregare, spasimare, segregarsi, annientarsi ed espiare i peccati dell’umanità.
 
Nel 1450 si celebra a Roma il Giubileo della redenzione. Rita chiede il permesso di recarvisi assieme ai pellegrini e lo ottiene a condizione che scompaia la ferita sulla sua fronte. L’impronta si rimargina in fretta. 

Lei parte quindi per Roma e partecipa alle celebrazioni programmate. Nel ritorno al monastero le ricompare sulla fronte una piaga più ampia, purulenta, fetida e dolorosa della precedente. 

Trascorre altri sette anni, tormentata dalla profonda ferita. Si mostra comunque attiva nella preghiera monastica e nei servizi comunitari. 

Gli artisti la raffigurano nell’atteggiamento orante e con un marchio sanguinante sulla fronte. Molti sventurati si reputano compresi da questa Santa e si affidano alla sua intercessione . Segue

Padre Felice Artuso