martedì 1 marzo 2011

1067 di 2013 ; Drogata

Stefano Armellin con il pezzo 1067 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Drogata 

"L'arte della parola, la poesia, è l'arte più astratta che ci sia, sino dalle origini. 

Direi che è la sola per davvero astratta.

In questo punto ci siamo intesi : In poesia non c'è da fare quello che hanno dovuto fare i pittori : La parola è sino dalla nascita, informale anche se per continuare ad essere poesia deve sentirsi travolta dalla rivoluzione che oggi, da capo a fondo, vertiginosamente sta mutando il mondo del sapere.

Gloria e vita comoda non vanno sempre d'accordo; e scelsi una vita di stenti.

Ginsberg ha girato Africa e Asia, é sempre in viaggio. 

Arrivando in un paese, la prima cosa che cerca é il luogo degli affamati, é il luogo dove sono i giacigli dei piagati, i luoghi dove può chinarsi a toccare, a accarezzare gl'inconsolabili, i rassegnati. 

Il fetore, il luridume, lo schifo non é per colpa loro. 

E' impossibile che sulla Terra per sempre, i più non possano che soffocare le proprie urla temendo di accrescersi il male.

La radice della poesia, si affonda nella vicenda privata d'una persona per affondarsi nella storia d'un periodo, per illuminarsi al di là della storia". Giuseppe Ungaretti 1966

"La scrittura creativa mostra una nuova lingua, opera un effetto di straniamento sul linguaggio.
L'opera inventa nella lingua una nuova lingua, fa delirare la lingua, la deforma per portarla a una nuova coerenza e una nuova stabilità

(poiché non c'é innovazione senza un rapporto oppositivo-differenziale con un codice dato); il processo dell'innovazione artistica può essere pensato come un movimento tra appartenenza e liberazione, tra tradizione e rivoluzione.

Ogni evento creativo offre insieme di meno e di più delle premesse e condizioni iniziali.

Schema, dal greco = la forma disegnata nell'aria del corpo danzante;

Estasi ; il soggetto creatore é colto di sorpresa da qualcosa (un'idea, una forma, uno schizzo) che sopraggiunge...una pre-forma visionaria che si lancia in avanti e anticipa un ordine possibile per dei fenomeni...

Mentre appare, il quadro si nega come mezzo per : si nega, per esempio, come mezzo di godimento estetico, di valutazione mercantile, di valutazione critica.
Lo sguardo che il quadro richiama non ha a che fare con la sua utilizzabilità ma unicamente con il suo apparire, con il puro vedere.

L'io mondano, perduto nella presenza delle cose, degli animali, delle piante, delle idealizzazioni, cose tra le quali si atteggia e si tratta come una cosa, ha perduto il Mondo come dono, é come cieco in rapporto ai fenomeni.

La riduzione, la sospensione delle trascendenze mondane, sostituisce il senso di dono del Mondo

E' ciò che fa la creazione artistica: come se attuasse una forma di riduzione, lo sguardo del pittore conferisce al mondo la facoltà di manifestarsi sempre di nuovo allo stato nascente.

In questo senso saper guardare un quadro é saperlo guardare come fenomeno, ridurlo alla donazione intrinseca e immanente del fenomeno; Il quadro allora non come presenza data, come un oggetto o un ente, ma come apertura del dono della presenza.

Non vedo il quadro, ma vedo secondo il quadro o con esso. Non é ciò che vedo, ma é un evento nel campo visivo. L'opera d'arte ha a che fare con i limiti del Mondo, con il Mondo come orizzonte con il Mondo in toto, non con i fatti del Mondo : L'arte produce un altro Mondo, non aggiunge cose al Mondo dato.

Dipingere é proiettare sulla tela il disegno del proprio sistema nervoso...fino all'emergere di una figura come evento inaspettato.

L'immagine deve uscire dal quadro". Boruti