Stefano Armellin con il pezzo 1079 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Disoccupato
"L'esistenza stessa dell'uomo appare come follia e violenza non perché dominata dalla malvagità ma proprio dalla volontà.
Ovvero: E' la volontà in quanto tale a essere follia errore, violenza.
E' l'orizzonte nel quale si trova a vivere da subito l'essere mortale.
E le catastrofi ? Ci dimentichiamo che il cataclisma radicale é avvenuto all'inizio, cioé quando la volontà ha inteso trasformare il Mondo, ottenendo un risultato per cui le cose sono altre da ciò che erano in origine.
Quindi siamo di fronte alle manifestazioni di una catastrofe originaria della volontà.
Penso al cataclisma asiatico così come al conflitto atomico.
Eppure siamo destinati alla gioia non come il prodotto di un dio, di un salvatore, di un popolo.
Ma é la necessità stessa delle cose che ci conduce nella follia così come ce ne fa uscire e ci porta alla gioia". Emanuele Severino
Meglio un disoccupato contento che uno triste ? Stefano Armellin
"Il cataclisma che chiude questo 2004 contiene un segno che in qualche modo lo assimila alla tragedia dell'11 settembre 2001, fa dell'uno e dell'altro due eventi in un certo senso dello stesso ordine.
A stabilire un nesso potente tra i due é precisamente la loro epocalità, che rimanda in entrambi i casi ad una ormai virtuale unificazione del Pianeta che a sua volta in entrambi i casi si presenta nella dimensione della morte di massa all'insegna di una assoluta casualità...il XXI secolo non poteva annunciarsi con più eloquenti segni dei tempi". Loggia
Domanda : Dimmi lettore quale cataclisma ha chiuso il 2004 ? E tu, studente di 15 anni cosa sai dell'11 settembre 2001 ? La memoria determina il presente.
Stefano Armellin Pompei, 29 agosto 2013
"Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima : così profondo é il suo lògosos". Eraclito di Efeso
"L'apparenza, l'artificio e la sorpresa (i fondamenti della logica mediale) spesso contano più della sostanza, realtà, verità o pertinenza.
L'interrogativo di fondo é se il contenuto dei media rifletta o debba riflettere la realtà sociale, e in caso affermativo, quale realtà o di chi.
Fiske sostiene che la polisemia é un tratto necessario della cultura mediale veramente popolare perché più sono i significati potenziali, maggiore é la possibilità di attirare pubblici differenti e categorie sociali differenti". Mc Quail
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