martedì 19 aprile 2011

1116 di 2013; il Secondo Avvento

Stefano Armellin con il pezzo 1116 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il Secondo Avvento

La testimonianza del Centurione (Mt 27,54; Mc 15,39; Lc 23,47)i Padre Felice Artuso.


Il Centurione, un militare di carriera e capo del plotone d'esecuzione, esegue l’ordine, ricevuto da Pilato. 

Guarda Gesù agonizzante, che in Croce sta svelando la sua identità divina e umana. 

Penetra nei suoi sentimenti di fedeltà, di bontà, di tenerezza e di perdono. 

Capisce che si distingue chiaramente dai crocifissi, che prima di morire imprecavano insistentemente contro i loro crudeli assassini. Ne deduce che egli è un innocente, immeritevole di una tale punizione. 

Si commuove intensamente. Rompe quindi il suo prolungato silenzio, affermando:

«Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,39)... 

L’appellativo ‘ Figlio di Dio’ era stato usato da Gesù e dagli Apostoli. Gesù l’aveva adoperato per indicare il singolare rapporto di comunione sostanziale fra Lui e il Padre (Gv 10,30). 

Gli Apostoli se ne sono serviti per le loro professioni di Fede. Non conosciamo quale significato vi ha attribuito il Centurione. Egli era cresciuto in un periodo, dove si parlava di figli di dèi, che avevano delle caratteristiche umane. 

Sapeva che in Egitto, in Mesopotamia e nell’Impero romano si dava il sacro titolo di figlio di dio sia all’imperatore sia ai suoi familiari. Conosceva che si attribuiva all’imperatore un culto privato e pubblico. Condivideva l’assegnazione del titolo di stirpe divina ai taumaturghi, agli eroi, ai geni, agli atleti e alle persone, che dimostravano qualità eccezionali. 

Aveva accertato che gli ebrei conferivano agli angeli il titolo di figli di Dio . 

Aveva appreso che Dio reputò così il popolo eletto: «Israele è il mio figlio primogenito» (Es 4,22). 

«Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio» (Os 11,1). 

«Non è forse Efraim un figlio caro per me; un mio fanciullo prediletto?» (Ger 31,20). 

«Dice il Signore, il Santo di Israele che lo ho plasmato: volete interrogarmi sul futuro dei miei figli?» (Is 45,11). 

«Tu sei mio Padre, mio Dio e roccia della mia salvezza» (Sal 89,27). 

Aveva sentito parlare che Gesù nutriva un filiale rapporto con Dio, compiva prodigi nel suo nome e si considerava un legittimo discendente del re Davide . 

Vedendolo spirare in modo distinto dagli altri crocifissi, intuisce che egli aveva sofferto in atteggiamento filiale. Confessa pertanto che egli oltrepassava l'uomo e che aveva reso visibile l’Opera di Dio nel Mondo. 

Dissociandosi dall’opinione dei crocifissori, ammette che, morto ingiustamente in Croce, merita ora rivalutazione, stima e venerazione.

Padre Felice Artuso


LA TRAVERSATA DELLE ALPI DI STEFANO ARMELLIN
Da San Martin de Vesubie alle Tre Cime di Lavaredo, percorso svolto dal 30 giugno al 12 agosto 1991 in 44 giorni :


17. 16 Luglio 1991. Col di Entrelor (m slm 3007); Bruil (m slm 1723); Val di Rhémes.

Vincenzo un ragazzo di Roma si fida del mio senso della montagna e purtroppo per lui sbaglio strada. Ritorniamo sui nostri passi con un'ora in più di cammino. Sul mitico Colle di Entrelor un forte vento si infila fra i nostri discorsi. Racconto a Vincenzo che quello che faccio mi consente una grande libertà di azione, ma dietro le quinte c'é il sacrificio e le umiliazioni che un creativo non ancora affermato, deve sopportare.

Il giorno prima di partire per le Alpi scaricavo elettrodomestici e, grazie alla generosità di un piccolo sponsor : L'azienda FIM-Ombrelli da sole di Novara, posso vivere questo viaggio. Ho ricevuto pure un contributo dalla Caritas di Novara (trecentomila lire) come compenso anticipato per una conferenza da tenere al mio rientro per gli obiettori di coscienza al servizio militare. Sono socio del CAI Novara.

In Val di Rhémes, a Bruil, Vincenzo ritorna a casa, mentre io vado a piazzare la tenda sotto la perpendicolare del Col Fenetre. In un vicino orto trovo intento nel lavoro un guardiaparco ed ascolto il suo sconsolato racconto.

Desolato mi spiega le irruenti trasformazioni degli ultimi trent'anni. Le devastazioni attuate nel Parco della Vanoise, suo luogo di servizio.Si parla di circa sessantamila presenze in inverno per lo sci. Della inutile caccia ai bracconieri super specializzati. Gente esperta, dice, maestri di sci e guide alpine anche famose.

Armi di precisione infilate nello zaino, impossibile sentire il colpo con il silenziatore inserito.

Segue

Stefano Armellin