giovedì 21 aprile 2011

1118 di 2013; The Opera al Louvre

Stefano Armellin con il pezzo 1118 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : The Opera al Louvre 

"(1319) Giacché di momento in momento varia il giudizio, e se noi vediamo una foggia di vestire novissima, e diversissima dall'usitata, noi subito o quasi subito la giudichiamo bella, e proviamo ben tosto il senso della bellezza, se sappiamo che quella foggia é d'ultima moda e se al contrario, il contrario ci accade, perchè quella nuova foggia contrasta sì all'assuefazione nostra, come all'opinione.

Aggiungete che noi giudichiamo bella quella nuova foggia di moda quando pure contrasti a tutte le forme ricevute del bello, eccetto che allora, bastando un solo momento per formare il giudizio del bello vi vorrà però proporzionatamente qualche poco di tempo per concepirne il senso istantaneo, vale a dire, acquistarne l'assuefazione, la quale conserva pur sempre i suoi diritti; e disfare l'assuefazione passata.

Del resto quanto la pura opinione indipendente dall'assuefazione stessa e da ogni altra cosa, influisca sul giudizio e senso del bello, si potrebbe mostrare con mille prove le più quotidiane, quantunque perciò appunto meno avvertite.

Chi non sa che una bellezza mediocre, ci par grande s'ella ha gran fama ?

E che ci sentiamo più inclinati, e proviamo il senso della bellezza molto più vivo nel mirare una donna famosa per la (1320) beltà, che nel mirarne una più bella, ma ignota, o meno famosa ?

Così negli scrittori : il senso del bello é molto maggiore, più intimo, più frequente, più minuto, quando leggiamo per esempio un poeta già famoso, e di merito già riconosciuto, che quando ne leggiamo uno, del cui merito abbiamo da giudicare, sia pur egli più bello di molti altri che sommamente ci dilettano". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri


LA TRAVERSATA DELLE ALPI DI STEFANO ARMELLIN
Da San Martin de Vesubie alle Tre Cime di Lavaredo, percorso svolto dal 30 giugno al 12 agosto 1991 in 44 giorni :

19 di 44 giorni. 18 Luglio 1991. Col di Planaval (m slm 3010); La Thuile (m slm 1447); Col di Chavannes (m slm 2603).

E' chiaro sul ghiacciaio.

Lontano mille miglia da ogni senso eroico dell'alpinismo cammino sul vitreo ghiaccio del Rutor.Non c'é nessuno fra questi cristalli di vetro fatto di acqua gelata.

Molto sensibile alla avanzata del caldo, il ghiacciaio negli ultimi anni si é ritirato. Credo siano cicli naturali ma non so nulla in materia. Vedo, conosco un piccolo crepaccio, fresco e duro, stretto e profondo, lucente e scuro, vivo!

Una riserva d'acqua dolce grandissima questo ghiacciaio, che come gli altri evapora, si disperde, svanisce. Cammino troppo veloce per capire questo processo secolare.

Sono abbastanza forte per superare un battaglione di alpini senza piangere dalla gioia. Tocco il fondo solcando sentieri diventati trincee per il continuo passaggio della mandria di turisti. Vivo il passaggio traumatico di un cantiere edile che si chiama : La Thuile. Non posso resistere. E dalla rabbia mi butto contro vento fino al Colle di Chavannes dove dormo in santa pace dentro una baita.

Segue

Stefano Armellin