Confessano di aver offeso Gesù con le loro incoerenze, prepotenze e ingiustizie. Ritengono che gli
uomini e le donne continuano a ferirlo con i loro atteggiamenti discriminatori.
Santa Ildegarda di Bigen fissa Gesù Cristo, suo sposo, che ha le ferite fresche e aperte a causa dei
peccatori.
San Francesco d’Assisi si affligge per i peccati dell’umanità e commenta: «Considera, uomo, in
quale stato eccellente ti ha posto il Signore…E tutte le creature, che sono sotto il cielo, secondo la
loro natura conoscono e obbediscono al loro Creatore meglio di te; e i demoni non lo hanno
crocifisso, ma tu con loro lo hai crocifisso, e continui a crocifiggerlo dilettandoti dei vizi e dei
peccati".
Giovanni Taulero, mistico renano, sostiene che Gesù «viene crocifisso diverse volte al giorno con
orribili giuramenti, gli vengono rinfacciate la sua morte e le sue ferite, e in certo qual modo con
ogni peccato viene rinnovata ogni giorno la sua passione, ravvivate le sue piaghe, e fatto versare il
Suo sangue prezioso» .
Nelle visioni mistiche Sant’Angela di Foligno apprende dal Signore di avergli trafitto le membra e
il cuore, commettendo il peccato. Ne prova un vivo dolore e cerca di percorrere la via della carità,
per non causargli altri strazi .
San Giuseppe da Copertino, frate umile, penitente ed estatico «amava ripetere: sono stati i peccati a
trafiggere il corpo immacolato del Redentore col martello dell'ingratitudine, dell'egoismo e
dell'indifferenza» .
Santa Veronica Giuliani si pone tra coloro che hanno respinto, umiliato crocifisso Gesù. Asserisce
sovente: «Io gli ho dato calci e pugni, io l’ho sputacchiato, io l’ho messo in Croce, io gli ho fatto
ogni oltraggio» .
In uno dei suoi numerosi discorsi il vescovo Bossuet afferma: «Fratelli, accusiamoci d’essere rei
noi di deicidio! Piangiamo, gemiamo e battiamoci il petto. … Ogni giorno noi, proprio noi, per far
vivere e lasciar vivere nel nostro cuore una creatura vi facciamo morire Gesù» .
Negli Esercizi Spirituali Sant’Ignazio di Loyola propone al cristiano di porsi di fronte al
Crocifisso, di colloquiare con Lui e di chiedergli il motivo della sua morte per noi (n 53).
Sant’Alfonso Maria De’ Liguori è convinto d’essere responsabile della Passione del Signore,
perché egli muore al nostro posto. In una meditazione sulla sua agonia al Getsemani scrive: «Gesù
mio, non sono già crudeli i carnefici, i flagelli, le spine, la Croce, crudeli sono stati i miei peccati,
che tanto vi afflissero nell’orto» .
San Paolo della Croce si rivolge al Signore e gli confida: «Caro mio Sposo, quanto vi affliggeva la
vista dei miei peccati e delle mie ingratitudini! Ah, mio amore! perché non muoio per Voi? Perché
non vengo tutto a spasimi?» . Insegna inoltre ai suoi religiosi e alla gente di recitare questa
giaculatoria, da Lui preferita: «Signore, vi ringrazio che siete morto in croce per i miei peccati».
Il venerabile, P. Leone Dehon, nel Diario spirituale si dichiara «colpevole delle mancanze dei suoi
collaboratori, dei suoi religiosi e dei suoi alunni» .
Padre Felice Artuso