domenica 6 novembre 2011

1318 di 2013 ; N.Y. 11/11/2001

Stefano Armellin con il pezzo 1318 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993-2013



Titolo : N.Y. 11/11/2001 " Noi siamo già nell'ultima ora (1Gv 2,18)"

"Il tempo presente é, secondo il Signore, il tempo dello Spirito e della testimonianza, ma anche un tempo ancora seguito dalla -necessità- (1Cor 7,26) e dalla prova del male, che non risparmia la Chiesa e inaugura i combattimenti degli ultimi tempi. 

E' un tempo di attesa e vigilanza.

675. Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la Fede di molti credenti...

Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal Cielo la sua Sposa.

Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo Giudizio dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo Mondo che passa.

...Negli -ultimi tempi-, lo Spirito del Signore rinnoverà il cuore degli uomini scrivendo in essi una Legge nuova; 

radunerà e concilierà i popoli dispersi e divisi ; 

trasformerà la primitiva creazione e Dio vi abiterà con gli uomini nella pace". 

Catechismo della Chiesa Cattolica

"Vienna 14/25 giugno 1993 ; Conferenza mondiale dell'ONU sui Diritti Umani : 4000 delegati di 1400 Organizzazioni Non Governative , E' prevalsa ancora una volta la logica formale dello -Stato al di sopra di tutto-. quindi, alle Associazioni e alle Organizzazioni che si occupano di Diritti Umani...non é stata data la possibilità di essere reali interlocutori e soggetti politici della Conferenza...

...Si sono aggiunti poi i veti incrociati e le dispute tra Governi che hanno finito per immobilizzare e condurre la Conferenza in un vicolo cieco...

questa grande occasione mancata...

Ci aspetta dunque un grande grandissimo lavoro perché i Diritti Umani si affermino realmente sul Pianeta...

Occorre far sapere ciò che non si vuole far sapere e denunciare tutte le violazioni, ovunque esse avvengono, senza essere fuorviati da filtri mentali di carattere politico, economico, culturale, religioso di razza, di sesso o di altro tipo.

Dobbiamo essere fiduciosi : la solidarietà nel campo dei Diritti Umani é universale, planetaria e per questo si affermerà comunque...

La Dichiarazione rimane un documento carente. Usa un linguaggio debole e vago ed é insufficiente nell'impegnare i Governi, individualmente o congiuntamente, verso misure concrete per la protezione e la promozione dei Diritti Umani...

I Governi hanno rifiutato di far riferimento in modo significativo all'ineguaglianza tra Nord e Sud...

Non c'é alcun impegno per stabilire meccanismi che mettano il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali in grado di operare.

La questione di un Tribunale Penale Internazionale Permanente é menzionata nel modo più debole possibile. I Governi hanno fallito nell'accordarsi per dar vita ad un Alto Commissario per i Diritti Umani". Massimo de Santi

San Giovanni Cassiano (360-435) b
Di Padre Felice Artuso

Cassiano scrive due libri sulla vita religiosa, intitolandoli: “Le Istituzioni cenobitiche, Le Conferenze spirituali”. 

Nelle Istituzioni tratta dei doveri morali, liturgici e disciplinari dei monaci, mentre nelle Conferenze svolge un ciclo di lezioni sulla sua esperienza del monachesimo orientale. 

Dipendendo prevalentemente ai maestri della scuola alessandrina, forgia per primo un modello ascetico e mistico nel quale prevale la pratica della preghiera breve, ripetitiva e privata, diffusa dai monaci del deserto. 

Educa i suoi discepoli alla preghiera di domanda, di lode e di offerta di se stessi a Dio. Insegna a loro questi quattro i tipi di orazione, che costituiscono il perfezionamento delle preghiere ebraiche e il fine primario della vita cristiana.
 
Opponendosi con forza al Cristianesimo superficiale, utopistico e edonista, imposto dalla politica dell’imperatore Teodosio, chiede a ogni monaco il distacco dalla comune mentalità della gente, dagli arbitraggi soggettivi e dai vizi capitali, causa d’innumerevoli sofferenze.
 
Raccomanda ai suoi religiosi di pentirsi dei propri peccati, di sconfiggere le loro fragilità, di perseverare nella grazia battesimale, di coltivare la pace del cuore e di perseverare nel cammino ascensionale, seguendo l’esempio di Gesù Cristo, che è salito sull’albero della Croce. 

Scrive appunto nelle Istituzioni cenobitiche: «Considera le esigenze della Croce, perché tu dovrai vivere d'ora innanzi sotto quel segno e sotto la sua luce: ormai non sarai più tu che vivi, ma vivrà in te Colui che per te è stato crocifisso» . 

«Chi è affisso al patibolo della Croce, non s'avvince alle cose presenti, non si preoccupa degli attacchi del suo cuore, non si mette in apprensione per il suo avvenire, non si lascia dominare dal desiderio di possedere. 

Dobbiamo considerarci crocifissi a tutti gli elementi del mondo,… tenendo gli occhi della nostra anima fissi alla meta» . Segue

Padre Felice Artuso