venerdì 23 marzo 2012

1910 di 2013 ; Louvre 62

Stefano Armellin con il pezzo 1910 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : La Santa Croce del Monte Falterona  

62. Louvre. Henri (già Direttore del Louvre);Varazze-Assisi a piedi 1992. Lungo la strada, verso l'ora di pranzo, oggi ho incontrato un tale Roberto, emiliano e arci-stufo del vivere urbano. Si è fermato sul mio sentiero e mi ha offerto pesche, formaggio e pane fresco. Dicendomi che le donne d'Emilia hanno scritto sesso sulla fronte e che lui preferisce solo restare in fra i boschi e i cieli d'aria. Aria che vede sempre più sporca con il passare degli anni.
 
Ascolto e penso al pittore (Andrea del Castagno, autore di una formidabile Ultima Cena ad affresco 1445-1450 nel refettorio delle benedettine di Firenze, cm. 470 x 975, molto originale anche nella cura data alla parete di fondo dove i sei quadri marmorei anticipano l'informale del XX secolo ; assai interessante la collocazione del Cristo davanti alla tavola bianca che separa il Messia dai dodici e detrmina in modo geniale lo spazio sacro destinato al Santo di Dio. Quest'ultima cena non è inferiore a quella di Leonardo ed è meglio conservata) a quel luogo dove nacque, con quella sua invidia che nemmeno la natura di lassù, dagli alberi di castagno torti come le colonne del Bernini, quelle che portano alto il baldacchino sopra la tomba di Pietro e sotto il tamburo della cupola di Michelangelo. Nemmeno la natura degli alberi che alla sera mi hanno come incantato, è riuscita a calmare, a placare la sua invidia; Cosa ancor più grave quando chi la prova è già un talento dell'arte. 

Quindi, per chi crede, strumento nelle mani del Signore. 

Seconda notte in posto tappa G.E.A. sei scout, quattro ragazzi e due ragazze, mi offrono un piatto di spaghetti per la cena e, attenti, ascoltano il mio narrare del cammino fatto e di quello da fare.

(NdA. Henri, altro che le performance della Marina Abramovic, i pellegrinaggi a piedi sono la vera body art ).

Quindicesimo giorno di cammino verso Assisi (1992). Alle prime luci del nuovo giorno mi sparo fuori dalla casetta della forestale che ospita il posto tappa e salgo deciso e sicuro il Monte Falterona (m. 1654 slm.). La cima è affollata. Alla terza e ultima domenica della traversata giungo accanto al legno alto della Croce di vetta. Qui accade l'errore sciocco o la spinta del destino che vuol farmi smarrire per poi, dopo lungo o breve vagare, farmi ritrovare sulla via. Succede che chiedo a uno : dov'è il Falco Monte, e costui, prima di proseguire con la sua dolce compagna, mi indica la giusta strada. Ed io stolto o vittima del cielo, chiedo nuovamente ad altro passante : dov'è il Falco Monte e poi da presso la Burraia ? costui in buona fede mi indica altra via che ingenuamente prendo senza manco aprir la cartina. 

Ho fiducia in un gruppo che mi pare avesse detto (ma son state le voci della mia fame) andiamo al Falco Monte. Cammina-cammina m'accorgo che resto a fianco ed in alto al paese d'Andrea del Castagno e rimango perplesso, alchè il dubbio si manifesta. Convinto ormai d'essermi smarrito nella selva ancora chiara, chiedo all'anziano del gruppetto dove mi sono cacciato per Dio ! 

Impassibile come un bonzo tibetano, l'anziano saggio m'invita a tornare sul Monte Falterona, e proseguire dietro il legno della Croce, dove c'è il sentiero che va per il verso giusto. 

Ritorno sgomento a rivedere il legno della Croce sul Falterona con due ore e venticinque minuti in più nelle gambe forti ma scocciate. Il legno è spoglio, venato e grigio, un metro di filo spinato arrugginito gli gira intorno. Questo legno pare dirmi che Lui ha voluto il doppio salire perch'io non dimentichi il Suo Eterno soffrire./

(62. Continua). Stefano Armellin, Pompei, mercoledì 22 ottobre 2014