lunedì 8 settembre 2008

159 di 2013; Conosci te stesso e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 159 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013

  


Titolo : Conosci te stesso e l'Apocalisse  "...la cosa più importante di tutte è la conoscenza di noi stessi...Tale conoscenza non sarà mai abbastanza completa, nè abbastanza radicale". Canetti.
"APOCALISSE...Alla formula riferita a Dio: -era,é, e viene- (Apocalisse 1,8) corrisponde la formula: -era, non é, e ricomparirà- (Apocalisse 17,8).

La testa ferita a morte della prima bestia, che però guarisce suscitando con questo prodigio l'adorazione degli uomini (Apocalisse 13, 3-4; 13,12; 13,14), imita la morte e la resurrezione di Gesù. Gli adoratori della bestia che dicono: -chi é come la bestia?- (Apocalisse 13,4) ripetono il -chi é come Dio ?- espresso dal nome di Michele (Apocalisse 12,7).

Come si erano asciugate le acque del mar Rosso per far passare da occidente a oriente il popolo di Dio, così si asciugano le acque dell'Eufrate per far passare a occidente gli eserciti dei -re dell'Oriente- (Apocalisse 16,12)

...In realtà, l'anticristicità é la chiave di volta di tutta la storia post Christum". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp.808-809

"Se la Religione non é vera, s'ella non é se non un'idea concepita dalla (817) nostra misera ragione, quest'idea é la più barbara cosa che possa esser nata nella mente dell'uomo : é il parto mostruoso della ragione il più spietato ; é il massimo dei danni di questa nostra capitale nemica, dico la ragione, la quale avendo scancellato dalla mente dall'immaginativa e dal cuor nostro tutte le illusioni che ci avrebbero fatti e ci faceano beati ; questa sola ne conserva, questa sola non potrà mai cancellare se non con un intiero dubbio...

questa sola che mette il colmo alla disperata disperazione dell'infelice.

La nostra sventura il nostro fato ci fa miseri, ma non ci toglie, anzi ci lascia nelle mani il finir la miseria nostra quando ci piaccia. L'idea della religione ce lo vieta, e ce lo vieta inesorabilmente, e irrimediabilmente, perché nata una volta quest'idea nella mente nostra come (818) accertarsi che sia falsa ?

così possiamo dire che oggi in ultima analisi la cagione della infelicità dell'uomo misero, ma non istupido né codardo, é l'idea della religione, e che questa, se non é vera, é finalmente il più gran male dell'uomo, e il sommo danno che gli abbiano fatto le sue disgraziate ricerche e ragionamenti e meditazioni o i suoi pregiudizi, (19/03/1821)". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri