mercoledì 14 luglio 2010

836 di 2013 ; Giuseppe Ungaretti

Stefano Armellin con il pezzo 836 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Giuseppe Ungaretti: "Solo a una rigorosa sincerità è permesso di svelare un barlume di quel mistero che tiene uniti e muove i mondi, e può, soffio divino, rendere autentica anche l'opera dell'uomo...

Da Valéry stesso s'impara, lo voglia o meno, come l'opera d'arte non possa mai essere altro se non un segno religioso...

Nei comandi del capitano oppure, direi anche, nel gesto del contadino che semina è contenuta più sostanza di pensiero che non in molti trattati...(1932)

Bisogna persuadersi che anche nel gusto c'è una gerarchia, e che una cosa amata dal popolo può essere gustata in alto, e che una cosa amata dal raffinato può non essere intesa dal popolo. E del resto il popolo è di gusto pigrissimo...

E, ancora una volta la principale difficoltà è nell'espressione...(1926)

E il rifiorire attuale del cattolicesimo non indica che la memoria sta ormai rivendicando ogni suo diritto ?...

Possediamo una conoscenza mistica della realtà. 

Credo che l'arte di domani sarà felice. (1926) La forma primordiale della poesia (non insegno nulla) è inno d'abbandono in Dio...

Quella religiosità che realmente spira da ogni cosa...La presunzione dell'uomo è tale nell'800 che mette sull'altare la propria memoria (1926).

La poesia, più una Civiltà è avanzata, meno è narrativa. La poesia è quasi intraducibile...il Petrarca ha influenzato la poesia europea sino al romanticismo, con Mallarmé e Valéry...

S'è vero che un grande poeta renda mille volte più servizi a una lingua, e quindi al prestigio d'una nazione, che dozzine d'anni d'attività diplomatica...

Il problema della modernità è anzitutto un problema morale...". Giuseppe Ungaretti (1926)