domenica 29 maggio 2011

1156 di 2013 ; il diavolo nel collo

Stefano Armellin con il pezzo 1156 di 2013
 del Poema visivo del XXI :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Il diavolo nel collo. 

"L'imperio della pura ragione é quello del dispotismo" perché la pura ragione separata dalla natura e dalla poesia, produce l'egoismo la divisione degli individui e il prevalere dei più forti.
La -salvaguardia- della -libertà- può essere soltanto la potenza dell'opera del genio, a cui appartiene il -vero amore degli uomini-.

La -natura- del genio, non la natura degli antichi, salva la libertà come salva l'amore.

La natura, ormai, non può più essere ripristinata nella sua originaria purezza;

-Perciò la nostra rigenerazione dipende da una, per così dire, ultrafilosofia, che conoscendo l'intiero e l'intimo delle cose ci ravvicini alla natura. E questo dovrebbe essere il frutto dei lumi straordinari di questo secolo-.

La poesia è -l'ultimo quasi rifugio della natura-". 

Emanuele Severino su Giacomo Leopardi

"C'è un solo Mondo, ed é falso, crudele, contraddittorio, corruttore, senza senso...un Mondo così fatto è il vero Mondo...noi abbiamo bisogno della menzogna per vincere questa -verità-, cioé per vivere...l'uomo dev'essere per natura un mentitore, dev'essere prima di ogni altra cosa un artista". 
F. Nietzsche

La vita consacrata secondo il Concilio Vaticano II e i recenti documenti ecclesiali 3, 
di Padre Felice Artuso

L’agnosticismo, il relativismo, il permissivismo e il consumismo assoggettano le persone. 

Suscitano nel mondo roventi dibattiti e opposti schieramenti. 

Causano disorientamenti e incertezze anche nella Chiesa. 

Ne deriva la diminuzione delle vocazioni religiose, l’indebolimento delle loro opere e la perdita della loro rilevanza sociale. 

Per arginare e superare la complessa problematica, Giovanni Paolo II convoca un Sinodo episcopale, che al termine del lavoro analitico presenta una visione teologica e sintetica della vita consacrata. 

Citando i documenti del Concilio Vaticano II, dichiara che questo tipo di scelta ecclesiale è una testimonianza dell’amore di Dio, Padre, Figlio e Spirito. 

Chiede ai religiosi di riscoprire il loro carisma originario, di approfondire la propria identità, di coltivare la formazione permanente, di evitare gli indugi sulle programmazioni, di rinunciare agli interessi personali e di perseverare nella sequela di Gesù. 

Allora potranno rivitalizzarsi e risultare più innovativi. 

Giovanni Paolo II, che parla molto sul rinnovamento della vita religiosa, richiama con insistenza i religiosi a comprendere l’essenza della loro vocazione. 

Seguendo l’insegnamento del Concilio Vaticano II e le riflessioni del Sinodo episcopale, nel 1996 scrive l'esortazione apostolica "Vita Consacrata", uno dei più importanti documenti del suo magistero apostolico. 

Conferisce al suo testo un'autorevole impostazione trinitaria, comunitaria ed ecclesiologica. 

Ricorda che la vita consacrata, vissuta con gioia, è un dono di Dio alla sua Chiesa e una testimonianza delle sue grandi opere. 

Per vincere le forze centrifughe e disgregatrici, domanda ai religiosi di conservare la memoria della loro consacrazione alla Santissima Trinità. 

«Chiamati a seguire Cristo» (VC 15), li esorta «ad approfondire continuamente il dono dei consigli evangelici con un amore più sincero e forte in dimensione trinitaria: amore a Cristo, che chiama alla sua intimità; 

allo Spirito Santo che dispone l'animo ad accogliere le sue ispirazioni; 

al Padre, prima origine e scopo supremo della vita consacrata» (VC 21). 

Raccomanda di permanere congiunti a Gesù come il tralcio alla vite. Saranno così «una memoria vivente del modo di esistere e di agire del Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli» (VC 22). Segue

Padre Felice Artuso