Stefano Armellin con il pezzo 151 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Guerra e l'Apocalisse " Per quanto forte potesse essere la posizione raggiungibile senza guerra, alla fine si sarebbe dovuti arrivare al conflitto...Hitler fu dunque coerente nel lasciarsi sedurre dalla guerra...". Canetti.
"APOCALISSE ... Il Messia, venuto per dominare i popoli con scettro di ferro (Apocalisse 12,5), deve essere salvato, -rapito presso Dio e il suo trono - (Apocalisse 12,5; At 3,21): la resurrezione e l'ascensione, piuttosto che un trionfo, sono una fuga.
Anche la donna che l'ha generato - Gerusalemme, la madre di tutti i credenti (Sal 87,5) - si salva a stento con la fuga. -Fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio affinché vi sia nutrita per 1260 giorni (Apocalisse 12,6; 12,14): non c'è nessuno spazio per l'affermazione della chiesa nella storia, il suo posto é un luogo deserto di rifugio e di nascondimento nel quale può appena sopravvivere.
Alla visione della donna fuggita nel deserto dopo che il suo figlio appena nato é stato rapito nel cielo segue la visione della lotta di Michele contro il grande drago (Apocalisse 12,7; Dn 10,13). L'Arcangelo Michele - che per i giudeocristiani s'identificherà con lo stesso Gesù, immagine splendente di Dio - vince la battaglia celeste (Apocalisse 12,8).
Ma questa vittoria - che viene senz'altro attribuita al sacrificio dei martiri (Apocalisse 12,11; Col 1,24) - ha conseguenze tragicamente paradossali. I cieli possono infatti finalmente rallegrarsi perché il drago con i suoi angeli é precipitato (Apocalisse 12, 8-9), ma la terra deve più che mai temere, perché le potenze nemiche di Dio sfogano ormai sulla terra la loro ira (Apocalisse 12,12).
Proprio la vittoria riportata in cielo dal Signore rende estrema la tensione e spaventosa la situazione sulla terra; così come la sua resurrezione rende più intollerabile la putrefazione dei nostri corpi. Questo rende terribile il Nuovo Testamento, di una terribilità sopportabile solo in quanto - modicum tempus habet - (Apocalisse 12,12)". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 806-807
"E quanto ai Romani é noto che non ostante il loro sommo amor patrio, furono sempre imparzialissimi (120) nel giudicare degli stranieri, anzi ebbero per istituto di adottar sempre tutte quelle novità forestiere che giudicavano utili, quando anche per adottar queste bisognasse lasciare o correggere le loro proprie usanze.
Ma ora che il potere é ridotto in pochissimi, si vedono gli avvenimenti e non si sanno i motivi, e il Mondo é come quelle macchine che si muovono per molle occulte, o quelle statue fatte camminare da persone nascostevi dietro.
E il Mondo umano é divenuto come il naturale, bisogna studiare gli avvenimenti come si studiano i fenomeni, e immaginare le forze motrici andando tastoni come i fisici". Giacomo Leopardi dallo Zibaldone di pensieri
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