sabato 11 ottobre 2008

192 di 2013 ; il Cielo nel Mondo e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 192 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: Il Cielo nel Mondo e l'Apocalisse ; 19 marzo 2001, Arrivo nella Basilica di San Pietro a Roma per l'ordinazione a Vescovo di mons. Domenico Sorrentino (oggi Vescovo di Assisi e prima é stato Vescovo a Pompei). La Santa Messa è iniziata, vedo Giovanni Paolo II stanco ma con la voce di un tuono, celebrare e benedire, fra applausi e una calca umana consueta in queste occasioni. Mi sono sistemato accanto al popolo della Diocesi di Pompei fra macchine fotografiche, donne giovani belle e straniere, fra persone di ogni tipo venute lì, accanto al Papa Santo. Stefano Armellin 2001


"APOCALISSE...Io, Giovanni, sono colui che ha udito e visto queste cose. E dopo aver udito e visto, mi prostrai ai piedi dell'angelo che mi aveva mostrato queste cose, per adorare. Ma egli mi disse: no, non farlo, io sono un servo come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che osservano le parole di questo libro: adora Dio". Sergio Quinzio, Op.Cit.

"Portoghesi osservò che - la biblioteca Laurenziana é tra le opere architettoniche di Michelangelo la più intensa e la più compiuta - e tuttavia - si intravedono (in essa) tutti i presupposti del non finito, come coscienza dello scacco esistenziale, come rinuncia al prestigio della forma chiusa, e come volontà di porre l'accento più sull'atto formativo che sul suo risultato -...

Lo spazio dello studio doveva pur essere collegato con lo spazio della vita in questo stava la vera laicità...l'atto formativo era più importante del risultato formale. L'edificio non comunicava la propria stabile imponenza, ma l'ansioso movimento della mente pensante;...

Le fortificazioni. Per Michelangelo il problema militare s'inquadrava nel politico:...Seguitando con irruenza il pacifico discorso della libreria, Michelangelo si persuase, insomma, che il fare architettura non era rappresentazione, ma azione...

Quell'idea dell'architettura azione fu anche all'origine del progetto per San Pietro. La Chiesa non doveva esortare, istruire, avviare i credenti alla salvezza, doveva concretamente salvarli...

Quell'impegno a fortificare Firenze fu per Michelangelo un'esperienza fondamentale : cancellò dal suo pensiero ogni interesse per la monumentalità rappresentativa della stabilità incrollabile di certi valori istituzionali...". Op.Cit.