mercoledì 22 ottobre 2008

203 di 2013 ; Giacometti e l'Apocalisse

Stefano Armellin con il pezzo 203 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Giacometti e l'Apocalisse  " Perchè risento il bisogno, sì, il bisogno, di dipingere dei volti ? perchè sono, come dire ?...quasi allucinato dai volti della gente, e questo da sempre ?...come un segno sconosciuto, come se ci fosse qualcosa da vedere che non si vede al primo colpo d'occhi ? " Giacometti.


"APOCALISSE...Nello stesso linguaggio che é il linguaggio di tutti i profeti (Apocalisse 22,6; 19,10), Giovanni dice che Gerusalemme avrà la forma di un cubo perché il cubo é figura di perfezione (1 Re 6,20), dice che avrà dimensioni enormi per esprimerne l'eccellenza, dice che sarà costruita di materiali preziosi per indicarne la nobiltà, dice che non avrà bisogno né di sole per il giorno né di illuminazione per la notte per affermare che il Signore la riempie con la sua presenza più grande di tutto.

Molte altre immagini del resto, oltre a quella del discendere dal cielo sulla terra, mostrano il carattere terrestre della Gerusalemme escatologica. Tutto il passato, tutta la storia del Mondo, converge nel dominio messianico del Signore e del suo popolo (Apocalisse 5,10; Mt 5,4), e questo é espresso nei tesori che i popoli portano a Gerusalemme (Apocalisse 21, 24; 21,26; 15, 4) :

le ricchezze di Gerusalemme che adesso consolano gli anavìm del Signore (Is 54,11) sono le ricchezze di cui é stata spogliata Babilonia (Apocalisse 17, 9-16; Is 23, 17-18; Es 3, 22)". Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, pp. 819

"MICHELANGELO...Come ogni atto o pensiero d'amore, la tensione degli animi a Dio non doveva avere motivi e slanci terreni, si generava spontaneamente dalla rinuncia a tutto il pensiero mondano, sostanzialmente logico.

Perciò Michelangelo si rifece al progetto di Bramante, che nella sua proporzionalità era perfettamente logico, e lo destrutturò:...San Pietro era la Chiesa visibile e la visibilità, intellettuale o spirituale che fosse, doveva essere totale e assoluta, da tutti i punti di vista e, paradossalmente, da nessuno : era idealmente lo stesso per chi stava dentro e per chi stava fuori...

Michelangelo sapeva di lavorare sul filo d'un rasoio, né soltanto a causa degli invidiosi in agguato. Temeva, non senza motivo, che dopo la sua morte i successori avrebbero alterato i suoi alti pensieri architettonici e si preoccupò di fissare certi -riscontri- impegnativi, ma non a molto servì la precauzione". Op. Cit.