giovedì 23 ottobre 2008

204 di 2013 ; La Santa Croce, Caifa il Sinedrio e la folla

Stefano Armellin con il pezzo 204 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo: La Santa Croce, Caifa il Sinedrio e la folla : "Ciò che conta è il disegno. Bisogna attaccarsi unicamente, esclusivamente al disegno. Se si dominasse un po' il disegno, tutto il resto sarebbe possibile". Giacometti.



Il ruolo svolto da Caifa, dal Sinedrio e dalla folla di Padre Felice Artuso

I componenti del Sinedrio non si concentrano molto in Dio, che li scruta, né si accorgono di avere un debole rapporto con Lui.

Come avviene anche tra noi cristiani, hanno una bassa santità e poca flessibilità di pensiero.

Ne consegue che sono fermi sui loro punti di vista. Sottovalutano il mirabile annuncio di Gesù; vi vedono soltanto dei difetti e non si sforzano di capirne le bellissime novità. 

Convocati ad esprimere un ponderato giudizio su di Lui, approvano la dichiarazione di Caifa, senza temere di sbagliarsi. Consegnano poi Gesù a Pilato, attribuendogli il reato di lesa maestà, ossia di cospirazione al regime politico (Gv 19,12). 

Altri anonimi si associano ai componenti del Sinedrio, si mostrano avversari di Gesù e domandano al prefetto romano che lo condanni alla crocifissione. Sicuri d’aver compiuto una scelta giusta e ragionevole, escludono di essere colpevoli della sua morte: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli» (Mt 27,25).

Mediante questa formula sacrale esprimono il desiderio che il sangue purificatore di Gesù scenda sulle loro teste e su quelle dei loro figli e li riconcili con Dio. «Nella prospettiva della fede… tutti noi abbiamo bisogno della forza purificatrice dell’amore e tale forza è il suo sangue. Non è maledizione, ma redenzione, salvezza» (J. Ratzinger) . 

«Per salvaguardare l'integrità religiosa della loro nazione, per non compromettere la politica di collaborazione instaurata con l'occupante romano. Senza alcun dubbio noi possiamo osservare che sia sul piano religioso sia su quello politico essi commettevano un errore» (J. Imbert).

Nei primi annunci pasquali l’apostolo Pietro considera che i suoi fratelli giudei sono colpevoli della morte di Gesù. 

Se ne rammarica esplicitamente; tenta di suscitare in loro dei sentimenti di vivo rincrescimento e li esorta ad accogliere la gioiosa testimonianza che Egli ha vinto la morte e vive glorioso presso il Padre: «Voi l'avete inchiodato sulla croce per mano degli empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte…» (At 2,23-24).

 «Voi avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l’autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni» (At 3,14-15). 

«Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendo alla Santa Croce» (At 5,30). 

Padre Felice Artuso