lunedì 3 novembre 2008

215 di 2013 , il merito del Cristianesimo

Stefano Armellin con il pezzo 215 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Il merito del Cristianesimo : " l'economia deve essere inquadrata in tutta una concezione morale e religiosa della vita...le nostre esigenze economiche devono essere subordinate alle esigenze superiori della coscienza morale". Borsa.

I giudei ripudiano e apprezzano il Cristianesimo  di Padre Felice Artuso

Nel II e III secolo i farisei conservano alcune tracce della polemica sorta con Gesù, con gli apostoli e con i loro primi successori.. 

Disprezzano gli scritti evangelici e la venerazione di Gesù come Messia. Trasformano la parola greca ‘Evangelion’, lieta notizia, in ‘Evengillajon’, notizia di sventura, nonché in ‘Avongillojon’, notizia del peccato. 

Insinuano che Gesù, nacque da prostituzione come trapela dal Vangelo (Gv 8,41) 

Scrivono che Maria ‘magadha’, parrucchiera per donne, ha concepito Gesù dal soldato romano ‘Ben Panthera’. Confondono ovviamente Maria di Nazaret con Maria di Magdala e deformano la parola greca ‘parthenos’, vergine, che l’evangelista Luca ha usato nel racconto dell’annunciazione (Lc 1,27-28) (Contro Celso I,32).

Affermano inoltre che Gesù, condotto in Egitto dal patrigno, Giuseppe, ha appreso l’arte magica degli egiziani e l’ha praticata nel suo ritorno in Israele. 

Posseduto dal demonio, ha sedotto il popolo credulone, dando l’impressione di compiere strepitosi miracoli (Mc 3,32). Inseriscono quindi le loro falsificazioni nel Talmud babilonese. Nessun giudeo le contesta, perché non ha un ricordo personale della vita e delle opere di Gesù . 

Nel secolo IX un ignoto ebreo pubblica uno scritto anticristiano, intitolandolo “Sefer Toledôt Jeshû”, il libro delle genealogie di Gesù. Basandosi sulle fonti letterarie giudaiche, ricorda che Gesù era una persona menzognera e ne ridicolizza l’insegnamento. Il fantasioso opuscolo, diffuso nascostamente in versione ebraica, aramaica e jiddish, educa le comunità giudaiche a conservare una cognizione distorta su Gesù e incrementa un risentimento verso i cristiani.
 
Durante il regno di Napoleone i giudei acquistano finalmente i diritti civili, i più dediti allo studio condividono il metodo dell’analisi critica delle fonti letterarie.

Ammettono che la tradizione letteraria giudaica contiene errori sulla vita e sull’opera di Gesù. Basandosi sulla documentazione storica, colgono degli elementi che lo rivalutano e ne divulgano i risultati. Affermano che egli possedeva una spiccata personalità e spiritualità. 

Scagionano inoltre i loro connazionali dall’accusa cristiana di aver condannato Gesù alla crocifissione e attribuiscono ai romani la responsabilità della sua atroce morte.
 
Riportiamo il pensiero dei migliori studiosi su Gesù. Joseph Klausner, docente di letteratura ebraica all’Università di Gerusalemme, nel 1922 pubblica il libro sulla figura storica di Gesù, il Nazareno. Nello scritto sostiene che egli fu "più ebreo degli ebrei", simpatizzante dei farisei, osservante della Legge, intransigente nel campo etico, benevolo con ogni persona e sublime nelle sue argomentazioni; 

autoproclamatosi Messia, s’inimica con il popolo, i sadducei lo perseguitano e i romani lo crocifiggono. Emette questa sua convinzione sulle fonti giudaiche: «I pochissimi riferimenti di Gesù nel Talmud sono di poco valore storico», risultano «interpolazioni posteriori inserite nel medioevo» e rispecchiano la reazione dell'opposizione giudaica all'annuncio cristiano .

Padre Felice Artuso