Titolo: Talmud : "Ancora nel 1914 il reddito medio dell'Italia non era superiore a quello odierno dell'India".Federico Zeri 1990
Gesù appare ai suoi discepoli a di Padre Felice Artuso
Gesù non appare a coloro che non avevano avuto rapporti con Lui o si erano opposti al suo annuncio. Si manifesta bensì in modo privato o collegiale a quelli che l’hanno conosciuto, ascoltato e accompagnato fino a Gerusalemme.
Si lascia prima vedere dalle donne, che secondo la mentalità giudaica non potevano essere reputate delle testimoni credibili. Più volte e in diverse località sorprende poi improvvisamente i discepoli. Va incontro a loro, mentre si trovano assieme o sparpagliati .
Si mostra vivente, rialzato, agile, splendente, sorridente, trasformato, premuroso e attento alle loro esigenze.
Offre ad essi dei segni inequivocabili di essere entrato definitivamente nella sfera divina. Riprende con loro un atteggiamento familiare, affabile, riconoscibile, rassicurante (At 10,40-41). Si comporta da vero uomo, che parla, mangia, s'intrattiene cordialmente, elimina la tristezza e infonde letizia.
Biasima la loro incredulità sugli annunci profetici, inerenti il suo esodo pasquale: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti» (Lc 24,25). Apre la loro mente offuscata, perché possano comprendere il mistero della sua ignominiosa morte e della sua gloriosa risurrezione: «Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,26-27).
Evoca le istruzioni, che aveva dato a loro prima della sua passione e morte. Li invita ad ascoltarlo, a toccarlo, a guardarlo, a mangiare con Lui, a superare le incertezze e a riconoscere che è il Figlio di Dio, risorto dai morti secondo le predizioni della Sacra Scrittura .
In breve tempo li libera dal loro stato di confusione mentale. Scioglie i loro dubbi sulla sua chiamata a seguirlo, sulla sua dolorosa morte, sul ritrovamento della sua tomba vuota e sulla sua entrata nella vita di Dio.
Ricorda che nella celebrazione eucaristica continua a manifestarsi a loro, ad unirli, a illuminarli con la Sua Parola e a trasformarli con la sua presenza sacramentale (Lc 24,30-31). Si rivela a loro il Salvatore, generatore di vita, comunicatore di pace, realizzatore delle promesse messianiche e vincitore dei vincoli mortali (1 Cor 15,45).
Orienta il loro cammino verso il Padre celeste e indica ad essi il traguardo della definitiva redenzione.
Trasmette ad ognuno i suoi poteri divini, li manda quindi ad annunciare ovunque il Vangelo e promette di accompagnarli personalmente mediante la sua presenza invisibile, ma attiva (Mc 16,20; Mt 28,18-20).
Nell’ultima apparizione sul panoramico Monte degli Ulivi li benedice e, mentre si sottrae alla loro vista, assicura che si manifesterà ancora a loro, quando li introdurrò nella gloria di Dio (Lc 24,50-53; At 1,3.6-12).
(segue) Padre Felice Artuso