giovedì 5 febbraio 2009

309 di 2013 ; Decadenza

Stefano Armellin con il pezzo 309 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Decadenza. "La decadenza del cristianesimo occidentale. Una folla innumerevole di cristiani considera il cristianesimo scontato e destinato a sparire e così la crisi dell'uomo occidentale, ribelle, amaro o deluso, è la crisi di tutta una civiltà, plasmata dal cristianesimo ma ormai esangue, di una ignoranza abissale che non vede più cosa il cristianesimo potrebbe apportarle, perchè non capisce più che cosa rappresenti per l'uomo... E il fenomeno non è solo religioso ma culturale. Insomma...l'Occidente marcisce dal di dentro". Latourelle


Il Battesimo I dati biblici b di Padre Felice Artuso
L’apostolo Paolo conferisce un valore teologico e normativo al rito battesimale. Ne parla, ricorrendo alla figura del passaggio dalla schiavitù sociale all’acquisto della libertà, dalla regressione spirituale all’ingresso nella figliolanza divina, dall’esperienza della solitudine all’entrata nella comunione fraterna: «Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4); «Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in Lui anche siete stati insieme risuscitati» (Col 2,12); «Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo… Tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,27-28).

Nelle sue lettere Paolo insiste che il primo sacramento consacra il battezzato a Dio Padre, lo costituisce suo figlio adottivo, lo innesta in Gesù Cristo redentore, lo rende partecipe della vita trinitaria e lo introduce nella Chiesa, popolo proteso verso la patria eterna. 

Evoca il mutamento esistenziale del battezzato, usando questa serie di verbi: essere crocifisso con Cristo, soffrire con Cristo, morire con Cristo, risuscitare con Cristo, vivere con Cristo, sedere con Cristo alla destra di Dio, essere esaltato e glorificato. 

Il cristiano, che corrisponde alla vocazione ricevuta, abbandona le voluttà del passato, accetta il progetto salvifico di Dio, nasce alla figliolanza divina, si unisce a Gesù, vittorioso sulla morte, porta il peso delle responsabilità quotidiane e attende di passare alla gloria eterna: «Se siete risuscitati con Cristo, cercate le cose del cielo, dov’è assiso alla destra del Padre. Siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,2-3); «Se moriamo con Lui, vivremo anche con Lui; se con Lui perseveriamo, con Lui anche regneremo» (2 Tm 2,11-12). 

Se invece trascura questi aspetti battesimali, rifiuta il grande dono della redenzione, offende Dio, si separa dalla fede apostolica, si chiude in se stesso, vive in uno stato di menzogna e si espone all’infamia.

Dall’inizio della conversione alla fede cristiana l’apostolo si pone in permanente ripudio di quella mentalità umana, dominata dal maligno. Sperimenta il distacco dalle realtà transitorie, si attiene a tutto ciò che è giusto, vero, nobile, amabile e onorato (Fil 4,8), applica a se stesso quello che il Padre celeste disse a Gesù, quando uscì dall’acqua del Giordano: «Tu sei il Figlio mio prediletto» (Mc 1,11). 

E confida: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Attende quindi il giorno, l’ora e il momento di entrare con Cristo nella beatitudine di Dio (Rm 8,17).
 
segue

Padre Felice Artuso, Assistente spirituale Gruppo Stati Uniti del Mondo