martedì 5 gennaio 2010

646 di 2013 ; Da Mirò ad Armellin

Stefano Armellin con il pezzo 646 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013




Titolo : Da Mirò ad Armellin : Nell'anno che Mirò è morto, il 25 dicembre 1983 Santo Natale di Nostro Signore, io ho iniziato a comporre The Opera il 14 settembre1983 giorno dell'Esaltazione della Santa Croce ; ho sempre vissuto questo evento come una staffetta, un lascito, una spinta a continuare nel ricco terreno della genialità che emerge dalla realtà quotidiana. Stefano Armellin

"In realtà noi il cinema lo facciamo vivendo, cioè esistendo praticamente, cioè agendo. L'intera vita, nel complesso delle sue azioni è un cinema naturale è vivente: in ciò è linguisticamente l'equivalente della lingua orale nel suo momento naturale o biologico...ora tali archetipi di riproduzione del linguaggio dell'azione, o tout court della realtà (che è sempre azione) si sono concretati in un mezzo meccanico e comune, il cinematografo.

Esso non è dunque che il momento scritto di una lingua naturale e totale che è l'agire nella realtà. Insomma il possibile e non meglio definito -linguaggio dell'azione- ha trovato un mezzo di riproduzione meccanica simile alla convenzione della lingua scritta rispetto alla lingua orale; il Cinema dedotto dai vari films non è più un fatto cinematografico. La lingua dei films, cioè il cinema è la realtà stessa".Pier Paolo Pasolini

"Il film è troppo chiaramente un messaggio perchè non gli si presupponga in codice".Metz

"L'apparecchio cinematografico è un apparecchio propiamente ideologico è un apparecchio che diffonde ideologia borghese, prima ancora di diffondere qualsiasi cosa". Boudry

"L'eredità del Novecento. Governare il cambiamento, non limitarsi più a gestire l'esistente. Nel corso degli anni Novanta, questo é diventato il compito precipuo delle forze politiche nei paesi  più avanzati.

Una sfida tanto più impegnativa in quanto si tratta di coniugare le ragioni dello sviluppo e della competizione in un mercato globale con quelle dell'interesse collettivo e della coesione sociale.

In pratica, si trattava di diminuire gli oneri fiscali sulle imprese, per creare nuove opportunità di investimento e d'impiego delle risorse...dominare il cambiamento se non si voleva essere dominati. E ciò significava rendere compatibile efficienza e giustizia, agendo in modo da assecondare le innovazioni senza abbandonare l'impegno sociale.

Del resto i problemi da affrontare sono di tale portata da richiedere uno sforzo comune e una sostanziale unità d'intenti, al di là delle demarcazioni politiche tradizionali. La disoccupazione costituisce il pericolo peggiore per la stabilità del sistema".Valerio Castronovo