martedì 11 maggio 2010

772 di 2013 ; Uria

Stefano Armellin con il pezzo 772 di 2013
 del Poema visivo del XXI secolo :
IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013





Titolo : Urìa : "Alle altre barbarie umane da me altrove notate si aggiunga la pederastia, snaturatezza infame che fu pure ed è comunissima in Oriente (per non dire altro) e non fu solo propria dei barbari ma di tutta una nazione così civile come la greca...

E Saffo con tanta tenerezza canta la sua innamorata. 

Quanto noccia questo infame vizio alla società ed alla moltiplicazione del genere umano, è manifesto ecc. Aggiungansi similmente gli spettacoli dè gladiatori, e l'altre barbarie romane ec. (15 marzo 1824)...

Tutti siamo naturalmente inclinati a stimar noi medesimi uguali a chi ci è superiore, superiori agli uguali, maggiori di ogni comparazione cogl'inferiori; in somma ad innalzare il merito proprio sopra quel degli altri fuor di modo e ragione. 

Questo è natura universale, e vien da una sorgente comune a tutti...

il piacere...non vien mai se non inaspettato; e colà dove noi non lo cercavamo, non che lo sperassimo". Giacomo Leopardi

"Cerco di fare immagini che siano universalmente leggibili e di immediata comprensione. Quanti cerchino una risposta semplice alle domande che esse pongono rimarranno probabilmente sconcertati. 

Un artista è il portavoce di una società in un determinato punto della storia. Il suo linguaggio è determinato dalla sua percezione del mondo in cui vive. 

Egli si rende tramite tra ciò che è e ciò che potrebbe essere. 

Se un artista è davvero onesto con se stesso e la sua cultura, lascia che la cultura parli attraverso di lui imponendo il meno possibile il proprio ego.

Dove non c'è mistero, c'è solo propaganda...assorbo informazioni a un ritmo sempre più alto. Come chiunque altro...

La tecnologia si muove forse a un passo più rapido di quello che riusciamo a tenere...". 
Keith Haring

"Delacroix ; Courbet; Manet 1832/1883 ; Manet l'idea che ogni pittura della natura debba essere finita sul posto non solo richiedeva un capovolgimento delle abitudini e una rinuncia alle comodità ma doveva fatalmente portare a nuove tecniche.

I primi visitatori dell'esposizione impressionista che si imbatterono in tali quadri non vi ravvisarono che una confusione di pennellate arbitrarie e pensarono che i pittori fossero pazzi. Il nuovo senso di libertà e di potenza che questi artisti provavano doveva certo essere inebriante e doveva ripagarli dell'intensa ostilità e delle molte delusioni subite.

Per quanto tenace e aspra fosse l'incomprensione del pubblico il trionfo dell'impressionismo fu completo". Gombrich