Salendo i gradini / a tre a tre / mi aspettavo sempre / di trovarlo / al pianerottolo / alla finestra / all'aria / era ormai una abitudine. / Ora, / l'uomo delle scale / non c'è più / non lo rivedrò / più. / Buongiorno, salve, come và / soltanto saluti / niente, niente di più.
Stefano Armellin, Varazze, Via Rossello 4/3 (dove vissi 35 anni e inventai The Opera) 1978
L’eventualità del martirio di Padre Felice Artuso
Il Padre celeste chiama sempre i suoi figli a rendere testimonianza a Gesù, combattendo il male nelle sue plurime e sconvolgenti manifestazioni.
Molti cristiani compiono il male con tanta faciloneria, perché hanno una fede debole, fragile e superficiale. Non pensano quasi mai alle piaghe di Cristo, né all’importanza della crescita interiore, neppure alla possibilità di una vita più gioiosa e più corrispondente ai desideri umani.
Condizionati dalla bramosia del sapere sperimentale, escludono Dio dalle loro ricerche primarie e relativizzano i contenuti evangelici. Assumono quindi atteggiamenti compromettenti e diventano un intollerabile scandalo ai loro fratelli.
Perdono, infatti, la consapevolezza del loro legame con Lui e non avvertono il bisogno di invocarlo. Non capiscono che Egli non può mai essere estraniato. Con la loro permissiva condotta oscurano la specifica missione della Chiesa nel mondo.
Non sappiamo che cosa Dio domanderà a noi nel prossimo futuro. Abbiamo costatato che ad alcuni ha domandato di effondere il loro sangue, per rendere più tangibile la propria Fede in Lui (LG 2).
Conosciamo che egli vede la nostra impotenza, limitatezza e presunzione. Provandone grande compassione, si rende presente a noi e agisce in modo invisibile ma efficacie nelle nostre persone. In particolare ci libera dagli affanni, ci infonde speranza in ogni tribolazione e ci accompagna nel faticoso cammino della vita.
Non pretende molto da noi, che non percepiamo il fenomeno della sua trasparente e coinvolgente azione. Desidera soltanto che manteniamo un rapporto fiducioso e filiale con Lui. Si aspetta che perseveriamo nella testimonianza evangelica anche nel caso di persecuzione, di minaccia e di pericolo mortale.
Per arginare il massiccio ritorno alla mentalità pagana, sosteniamoci con la preghiera e con l’esortazione vicendevole. Preoccupiamoci di essere dei grandi propagatori di pace, di carità e di giustizia. Nell’eventuale persecuzione cruenta, di cui gli strumenti di comunicazione sociale danno poca rilevanza, saremo più pronti a donare la nostra vita. Ne scaturirà che Gesù Cristo sarà più profondamente conosciuto, ascoltato, amato, seguito e invocato. Consideriamo ora i vari aspetti del martirio cruento. Segue.
Padre Felice Artuso