Stefano Armellin con il pezzo 910 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo : Mondo unito "Nel sottolineare la svolta epocale a cui è giunta la nostra società, il russo V.S. Stepin notava che tutti i cambiamenti avvenuti hanno dato luogo a problemi globali senza precedenti in altri tempi...
...la crisi globale degli ultimi 50 anni ha messo in discussione gli ideali di progresso e la convinzione che la civiltà tecno-genica fosse la strada principale per lo sviluppo dell'umanità. C'è bisogno di nuove vie di sviluppo, di nuovi valori umani.
Tutto questo presuppone una trasformazione della intera struttura di valori tecno-genici...
Sarebbe necessaria una terza via per costruire un ordine sociale migliore...
La gestione efficiente di sistemi su larga scala richiede un coordinamento centralizzato delle singole componenti e quindi l'organizzazione di Federazioni e Stati e, infine, di un Governo mondiale.
Oggi c'è un grande bisogno di utopie per pianificare un futuro migliore, trovare una terza via è indispensabile, dopo che capitalismo e socialismo fasullo hanno portato il Mondo sull'orlo di un disastro globale". Bunge 1994
"Oggi è arrivato il tempo, l'era storica in cui finalmente proprio di fronte all'immensa diversità che si fa compresente, le chiese possono finalmente diventare universali, cattoliche cioè aperte al tutto e a tutti...
L'Europa non è cristiana, il cristianesimo è una minoranza...
L'ecumenismo non è più un hobby, è una necessità.
La strada ecumenica è la strada della cattolicità, della mondialità, dell'apertura universale. E' su questa capacità di essere ecumenici che si misurerà la credibilità delle chiese evangeliche in Europa...
Ormai l'Europa di domani, come tutti gli altri continenti sarà sempre più un meticciato, una circolazione di tutte le fedi, una mondialità veramente universale". L. Sartori 1992
"Bisogna combattere ad armi uguali, chi non vuol restare sicuramente inferiore. Dunque (608) tutto il Mondo oggidì essendo armato di egoismo, bisogna che ciascuno si provveda della medesima arma, anche i più virtuosi e magnanimi, se voglion far qualche cosa". Giacomo Leopardi
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