Stefano Armellin con il pezzo 978 di 2013
del Poema visivo del XXI secolo : IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013
Titolo: Malachia " Le umiliazioni e le sofferenze patite dagli emigranti italiani nel nord Europa durante gli anni '50 e '60 del XX secolo sono le stesse che patiscono gli africani in Italia". Ginsborg
"Terapia del linguaggio. Nel senso che per Wittgenstein i fraintendimenti del linguaggio sono paragonabili a malattie, che occorre curare; infatti, dato che il linguaggio è l'organizzazione della nostra esperienza gli equivoci nel suo uso provocano una distorsione dell'esperienza stessa". R.F.
97."Il pensiero è avvolto da un'aureola. La sua essenza, la logica, rappresenta un ordine, e precisamente l'ordine a priori del Mondo, vale a dire l'ordine delle possibilità che devono essere comuni al Mondo e al pensiero.
Ma quest'ordine dev'essere, pare, estremamente semplice. E' anteriore ad ogni esperienza; deve compenetrare tutta l'esperienza e, a sua volta, non deve venir contaminato da oscurità o incertezze di natura empirica.
Dev'essere anzi di cristallo purissimo. ma questo cristallo non si presenta come una astrazione; ma come qualcosa di concreto, anzi come la cosa più concreta, per così dire, la più dura.
109. I problemi si risolvono non già producendo nuove esperienze, bensì assestando ciò che da tempo ci è noto. La filosofia è una battaglia contro l'incantamento del nostro intelletto, per mezzo del nostro linguaggio.
115. Un'immagine ci teneva prigionieri. E non potevamo venirne fuori, perchè giaceva nel nostro linguaggio, e questo sembrava ripetercela inesorabilmente.
126. La filosofia si limita, appunto, a metterci tutto davanti, e non spiega e non deduce nulla. Poichè tutto è lì in mostra, non c'è neanche nulla da spiegare.
Ciò che è nascosto non ci interessa.
Filosofia potrebbe anche chiamarsi tutto ciò che è possibile prima di ogni nuova scoperta e invenzione.
129. Gli aspetti per noi più importanti delle cose sono nascosti dalla loro semplicità e quotidianità. Non ce ne possiamo accorgere, perchè li abbiamo sempre sotto gli occhi".
Ludwig Wittgenstein, da il significato come uso, a cura di R.F.
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